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title="Muore senza il conforto dei parenti. Il caso all’ospedale Manzoni ">
Editoriali / Lecco città
Giovedì 26 Settembre 2013
Lecco, accuse all’ospedale
«Mio marito è morto solo»
Era andato al Manzoni per sottoporsi a una seduta di chemioterapia. Qui il malore e il ricovero prima al Pronto soccorso e poi in Medicina.La moglie: «Per ore non ho saputo niente, nessuno ha pensato di avvisarmi». Quando il figlio è arrivato era troppo tardi: il padre era già deceduto
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title="Muore senza il conforto dei parenti. Il caso all’ospedale Manzoni ">
«Nessuno mi ha avvisato. Hanno lasciato che mio marito morisse da solo».
È questa l’accusa, grave ma circostanziata, lanciata dalla signora Tiziana Corti nei confronti dell’ospedale Manzoni per un fatto risalente al 7 agosto scorso e messo a conoscenza del Tribunale del Malato di Lecco.
Quel giorno suo marito raggiunge l’ospedale Manzoni per una seduta di chemioterapia. Si sente male e viene ricoverato in Pronto Soccorso intorno alle 16. La signora Corti cerca di raggiungerlo telefonicamente dappertutto ma, sapendo che dopo il trattamento di solito si appisolava, non si preoccupa di quel silenzio. Alle 21, però, non avendo ricevuto ancora notizie, si decide a chiamare il Pronto soccorso del Manzoni e lì l’amara sorpresa di saperlo ricoverato. «A quel punto mi è stato risposto che era da loro per accertamenti e che mi avrebbero chiamato dopo un’ora. In effetti verso le 22 mi è stato detto che veniva ricoverato in reparto di Medicina per “dispnea” (difficoltà respiratoria, n.d.r.). A quel punto ho allertato mio figlio che è partito da Varese. All’arrivo all’ospedale, però, purtroppo, mio marito era deceduto».
La signora Corti non intende aprire alcuna querelle legale con l’ospedale, ma lamenta «questa mancanza di umanità nei confronti del paziente e della sua famiglia. Scrivo per far capire come possa far male la mancanza di qualsiasi interesse e umano dell’equipe medico infermieristica e affinchè non succeda ad altre famiglie quanto ho dovuto vivere io e i miei figli».
L’azienda ospedaliera però respinge le accuse: una tragica fatalità, non certo disinteresse o mancanza di attenzione - fa sapere tramite il portavoce Antonio Urti: «La situazione infatti è precipitata in poco tempo».
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