Lecco: il 5 giugno
"liberi" dal fisco

Gli americani lo chiamano “tax freedom day” e quest'anno i lavoratori dipendenti lecchesi lo festeggeranno il 5 giugno. Si tratta del fatidico giorno di liberazione fiscale, vale a dire che fino al 5 giugno i lavoratori dipendenti hanno lavorato solo per pagare le tasse.

g.morassi

LECCO - Gli americani lo chiamano “tax freedom day” e quest'anno i lavoratori dipendenti lecchesi lo festeggeranno il 5 giugno. Si tratta del fatidico giorno di liberazione fiscale, vale a dire che fino al 5 giugno i lavoratori dipendenti hanno lavorato solo per pagare le tasse e solo dal giorno successivo si comincia a guadagnare per la propria famiglia. Cinque mesi di stipendio se ne vanno all' erario e dopo il “tax freedom day” ci si comincia a mettere i soldi in tasca. Dai calcoli degli artigiani di Mestre viene solo un piccolo spiraglio di ottimismo: i giorni di stipendio sacrificati alle tasse tra 2010 e 2011 restano gli stessi, ovvero 155, ma quest' anno il giorno della liberazione scocca con 9 ore di anticipo. Davvero molto poco per rallegrarsi, anche perché in vent' anni il tempo di lavoro destinato a pagare le tasse è cresciuto di più di due settimane. Sul piede di guerra i sindacalisti che ricevono ogni giorno le lamentele dei lecchesi che, con uno stipendio ridotto all'osso da cassa integrazione e mobilità, non riescono più a mantenere la famiglia: "Sono i lavoratori dipendenti e i pensionati i maggiori sostenitori dei conti pubblici – sentenzia Massimo Cannella, responsabile del settore fiscale della Cgil di Lecco – perché per loro il prelievo fiscale avviene alla fonte, direttamente in busta paga, mentre i loro datori di lavoro non sempre dichiarano tutto. Per quanto riguarda redditi da lavoro la pressione fiscale media nel lecchese è tra il 27 e il 29% e non c'è alcuna agevolazione o meccanismo di detrazione come avviene per i lavoratori autonomi". Un contribuente tipo, che lavora come impiegato, e ha moglie un figlio a carico lo scorso anno doveva lavorare fino al 23 giugno per cominciare a disporre liberamente dei propri soldi, mentre quest'anno dovrà attendere il 24 giugno. Stessa sorte per l'operaio-medio, sempre con moglie e un figlio a carico, che dallo scorso anno a quello in corso ha dovuto versare al fisco il proprio stipendio per un giorno in più (il suo «tax freedom day» si è spostato dal 5 al 6 maggio). E' il terzo anno consecutivo che per il lavoro dipendente la data di liberazione dal peso fiscale scatta più in avanti. "L'aumento della pressione fiscale sul lavoro dipendente non è dovuta ad un aumento della tassazione vera e propria – spiegano dall'Osservatorio di Mestre - ma all' effetto dei rinnovi contrattuali che per molti ha significato uno scatto di aliquota e dunque una sorta di fiscal drag che il governo non ha restituito". E Cannella aggiunge: "Certo è che la pressione fiscale in Italia, secondo gli ultimi dati Ocse è in crescita e nel 2009 ha toccato il tetto del 43,5 per cento". Per tasse sui salari, relative ai lavoratori single, il nostro paese è al quinto posto nell' area dei paesi più industrializzati con un tasso del 46,9 per cento in crescita nel 2010, rispetto all' anno precedente, dello 0,4 per cento.

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Mercoledì 01 Giugno 2011

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