Cronaca / Lecco città
Martedì 19 Aprile 2016
Le tasse sulla casa
Nuovo catasto, Lecco rischia
In città la differenza tra il valore catastale e i prezzi reali di vendita sul mercato sfiora il 50%
C’è Pistoia che tra valore catastale e di mercato ha una forbice del 262%. Poi, agli antipodi, si trova Pordenone, che invece è quasi allineato tra i due riferimenti, che scostano l’uno dall’altro per il 15%.
Lecco è più vicina a quest’ultimo territorio, con una differenza di 47 punti percentuali. Da capire se sia un bene (una volta in vigore la riforma di cui si parla da anni, la maggior pressione fiscale sarà più contenuta rispetto alla maggior parte degli altri capoluoghi) o un male (si è sempre pagato più di quanto abbiano fatto quasi tutti gli altri), ma questo è un altro discorso.
La riforma del catasto, dunque, è tornata a tenere banco nelle discussioni del Consiglio dei ministri, che nel Def (documento di programmazione economica e finanziaria) licenziato nei giorni scorsi ha inserito la revisione dei valori catastali, indicandone nel Piano nazionale delle riforme una scadenza precisa (il triennio 2016/2018) ma aggiungendo una clausola che per la tempistica relativa sarà determinante, considerato che si specifica che l’operazione «sarà oggetto di interventi più generali e organici» e che verrà portata a compimento «al termine di complesse operazioni di allineamento delle basi dati». Dunque, è quest’ultimo intervento che potrebbe essere effettuato nel giro di questi due anni e mezzo abbondanti e non l’introduzione della riforma vera e propria.
Un intervento in materia, comunque, è considerato indispensabile per annullare le difformità che, a macchia di leopardo, interessato l’intero Stivale.
Le tariffe d’estimo (l’importo che esprime la redditività media di ogni vano catastale) del sistema attualmente in vigore sono riferite alla situazione del mercato immobiliare di fine anni Ottanta. Ma da allora le aree di ciascuna città sono cambiate, così pure come edifici che erano di lusso qualche decennio fa, hanno perso questa natura e sono più simili a palazzine normali che a costruzioni di particolare prestigio, con quanto consegue in termini di fisco.
A occuparsi in modo dettagliato della questione è stato ieri anche Il Sole 24 Ore, che utilizzando le Statistiche catastali pubblicate a luglio 2015 dall’Agenzia delle Entrate e i prezzi medi rilevati da Nomisma e riferiti al primo semestre 2015, ha permesso di fotografare, città per città, quali siano quelle in cui quotazioni di mercato e valori fiscali sono più distanti o più ravvicinati.
Dei due estremi abbiamo già parlato, ma è indicativo rilevare come dei 103 capoluoghi siano ben 56 quelli con una forbice superiore ai 100 punti percentuali, con 8 addirittura oltre il 200% e un’altra mezza dozzina che a questa soglia si avvicina parecchio.
Lecco, si diceva, è nella zona dei territori “virtuosi”: solo sei città hanno valori più simili tra mercato e Catasto. Oltre a Pordenone, che rasenta la “perfezione”, ci sono Padova (18%), Mantova (29%), Taranto (36%), Biella (38%), Torino (43%).
Il 47% che contraddistingue la rilevazione lecchese è basato sulla media catastale (statistiche 2014) e sul prezzo medio (quotazione al metro quadrato di Nomisma moltiplicata per la superficie media catastale): la prima è pari a 118.999 euro, mentre il secondo ammonta a 175.150 euro.
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