Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 17 Novembre 2016
Le stelle brillano ancora in Valtellina
Cantinone, Lanterna Verde, La Preséf e Umami restano nel firmamento dei ristoranti stellati. Soddisfazione per gli chef da Madesimo a Bormio per un successo frutto di una costante ricerca di qualità.
Non poteva che cadere in un periodo di “superluna” la presentazione della Guida Michelin 2017. Tante le stelle nella “Rossa” 2017 presentata a Parma, con 343 ristoranti che si aggiudicano l’ambito riconoscimento. E nel firmamento Michelin anche la provincia di Sondrio può contare su 4 ristoranti che confermano la stella. Lanterna Verde, Cantinone, La Preséf e Umami, per un viaggio ideale che dalla Valchiavenna passando da Mantello arriva sino a Bormio.
Previsioni rispettate, con i nostri ambasciatori della cucina che aiutano la Lombardia a mantenere il primato di insegne stellate, 58 in totale, davanti a Piemonte e Lazio. Iniziamo il nostro viaggio della ristorazione stellata di casa nostra passando da Villa di Chiavenna. Alla Lanterna Verde, il “veterano” dei ristoranti stellati, i fratelli Andrea e Antonio Tonola portano avanti la tradizione che ha visto al confine con la Svizzera un approdo sicuro. In cucina Andrea, chef autodidatta, unita a una grande competenza in fatto di vini di Antonio Tonola, per anni delegato dell’Associazione italiana sommelier. Rimanendo in Valchiavenna ci spostiamo a Madesimo, dove al Cantinone l’insegna stellata brilla dal 2009. Lo chef patron Stefano Masanti è ormai un habitué della Rossa, così come sono frequenti i suoi viaggi in America per sperimentare nuove tecniche e rimanere aggiornato. Grande soddisfazione ma anche un pizzico di commozione, pensando a chi quella stella tanto sudata la vedrà solo in cielo. «Manca il mio grande amico livignasco Matias Peri, non è più la stessa cosa», il commento sulla sua pagina Facebook.
Conferma anche per il ristorante La Preséf dell’agriturismo la Fiorida, il primo agriturismo ad aprire la strada stellata sotto la guida dello chef Gianni Tarabini, che ora può contare sulla collaborazione di un talento della cucina del calibro di Franco Aliberti. A Bormio al ristorante Umami dell’Eden Hotel, Antonio Borruso, napoletano d’origine ma valtellinese d’adozione, ha festeggiato la conferma della stella Michelin.
Un ringraziamento sui social network a tutto lo staff, lasciandosi andare a qualche battuta a chi chiedeva se aveva conquistato la seconda stella. Il successo del territorio conferma un aumento del livello della ristorazione locale, con questi premi che possono fare da traino per tutto il settore anche in chiave enoturistica. Vino e prodotti tipici che la nostra zona è in grado di offrire, magari in veste gourmet, nel senso di ricercato. In attesa di una seconda stella, che potrebbe rappresentare un ulteriore innalzamento dell’asticella della qualità. Per la precisione in Valtellina un cuoco bi-stellato c’è già, ci riferiamo ad Alessandro Negrini, chef malenco che insieme a Fabio Pisani porta avanti l’insegna del ristorante Aimo e Nadia di Milano.
Ma in un periodo in cui siamo bombardati da informazioni e recensioni a vari livelli, conta ancora avere la stella? La risposta è sì, considerando l’attesa e il gran parlare che la presentazione della Rossa si porta sempre dietro.
«La Guida 2017 è un viaggio in Italia che suggerisce molte deviazioni - spiega Sergio Lovrinovich, caporedattore della Guida Michelin Italia -. Il mattatore di questa edizione delle Michelin è senza dubbio Enrico Bartolini, che realizza il “triplete” da quattro stelle, fregiandosi di una nuova stella con la rinascita di uno storico locale a Bergamo Alta, ora Casual Ristorante, di un’altra nuova stella in località Badiola a Castiglione della Pescaia con La trattoria Enrico Bartolini, e vede al Mudec l’assegnazione delle due stelle, confermate con lo spostamento del suo ristorante Devero, che aveva a Cavenago Brianza.
Novità assoluta per la Guida Michelin la scelta di non presentare la sua edizione italiana in Lombardia. Una presentazione che diventa itinerante, a Parma, capitale della Food Valley italiana, l’onore di aprire in una scelta in linea con la volontà di valorizzare il grande mondo della gastronomia italiana. E chissà che tra qualche anno la presentazione non possa prendere la strada di casa nostra.
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