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Giovedì 24 Gennaio 2013
Le piccole imprese ai politici:
le priorità sono tasse, lavoro e redditi
Il mondo delle piccole imprese non resta alla finestra e si mobilita in vista della tornata elettorale. La fotografia è solo aggiornata nei suoi numeri principali. Il dito è puntato contro gli stessi nemici di sempre: una pressione fiscale da record che nel 2013 supererà la soglia del 56%; un saldo natalità-mortalità delle imprese in Valle che anche nel 2012 risulta negativo di un altro 5% di aziende perse
Sondrio - Il mondo delle piccole imprese non resta alla finestra e si mobilita in vista della tornata elettorale. La fotografia è solo aggiornata nei suoi numeri principali. Il dito è puntato contro gli stessi nemici di sempre: una pressione fiscale da record che nel 2013 supererà la soglia del 56%; un saldo natalità-mortalità delle imprese in Valle che anche nel 2012 risulta negativo di un altro 5% di aziende perse, e che a livello nazionale conta ormai una chiusura al minuto, oltre 100mila imprese; condizioni di accesso al credito che appaiono sempre più proibitive. Oppure aziende che pagano già costi dell'energia il 35% in più della media europea, anche in Valtellina, territorio che garantisce il 40% dell'energia idroelettrica alla Lombardia, ma che poi aspettano anche fino a 180 giorni per vedersi pagare dagli enti locali e altri 1.210 giorni per una sentenza della giustizia civile.
Tutti fattori e criticità che, insieme a un sistema delle infrastrutture del tutto inadeguato, stanno pregiudicando la tenuta del sistema imprese e accelerando invece una costante perdita di competitività dell'economia locale.
I dati non sono tutti qua. Ma «da troppo tempo le imprese sono in balìa di questi elementi frenanti, mentre i consumi hanno subìto un crollo mai così preoccupante dal secondo dopoguerra». I dati ancora mettono a fuoco la fotografia: balzo indietro di 27 anni per il reddito delle famiglie italiane.
Quest'anno ogni italiano può contare su un reddito di 16.955 euro, in calo di quasi 900 euro (-4,8%) su quello dell'anno scorso. E ai livelli di quello che le famiglie godevano nel 1986 (16.748 euro).
Insomma, la crisi ha fatto fare un tuffo all'indietro, di 15 anni, anche ai consumi: 15.695 euro a testa nel 2013, poco meno di com'erano nel 1998. Consumi che hanno segnato una contrazione del 4,4% nel 2012 sul 2011 e si preparano a diminuire anche quest'anno (-1,4%) con riprecussioni sulla tenuta dei negozi e delle piccole botteghe.
Un grido d'allarme che ora viene rivolto anche come appello, dai toni quasi da ultimatum: «La politica non metta in liquidazione le imprese». Uno slogan che lunedì prossimo risuonerà ulteriormente durante la giornata di mobilitazione organizzata per la prima volta in maniera congiunta da Confcommercio e Confartigianato sotto la bandiera di Rete Imprese Italia. Una manifestazione che si terrà anche a Sondrio - il 28 in collegamento streaming con tutte le sedi sul territorio delle cinque organizzazioni, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, lancerà la manifestazione - per sostenere una campagna di sensibilizzazione e di protesta e denunciare a politici, istituzioni, amministratori e all'opinione pubblica «la situazione drammatica e ormai insostenibile che il tessuto imprenditoriale si trova a vivere sulla propria pelle».
Rete Imprese Italia «non farà sconti» sottolineano nel manifesto della super-organizzazione delle Pmi. E così dopo la mobilitazione di lunedì, sarà presentata la propria agenda dove sono messi in fila tutti i nodi economici "caldi", dalla pressione fiscale, al calo del reddito, dalla necessità della crescita al lavoro.
Le difficoltà del settore sono quindi il punto di partenza per la richiesta e la necessità «di un governo forte che voglia non mettere in liquidazione i milioni di piccoli aziende che reggono il sistema economico del Paese». Uno scatto d'orgoglio e un messaggio trasversale: ora l'obiettivo prioritario irrinunciabile di politica economica per chiunque governerà deve essere l'impresa.
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