Le Olimpiadi
e il tennis
dei milionari

Cara Provincia,

avete presente la scena di Fantozzi in cui, con tanto di testo preparato dal ragionier Filini, il mitico Ugo doveva fingersi “l’illustre clinico Bernard Valadier” per consentire ai due malcapitati di non partecipare alla famosa gara ciclistica di Cobram?

La sera prima del fatale giorno... (le Olimpiadi) allo stesso modo il medico di Sinner (affetto da un’improvvisa tonsillite) sconsiglia, anzi proibisce... al nostro campione di partecipare alla pur bella iniziativa sportiva...

D’altra parte già qualche mese fa l’atesino-monegasco, previdente com’è, se lo sentiva che sarebbe potuto succedere qualcosa, al punto da rinunciare all’onore di portare la fiaccola olimpica per rappresentare l’Italia, come gli era stato chiesto da più parti. Finse umiltà (e noi tutti ci cascammo) dicendo che c’erano atleti più degni di lui.

La realtà è che il tennis individuale, sport in cui ad alti livelli si pensa solo al ranking e a guadagnare soldoni puntando soprattutto agli Slam, senza rischiare di compromettere la forma giocando troppe partite, con le Olimpiadi c’entra ben poco.

Il patriottismo è quasi sempre unidirezionale: ai tennisti migliori di rappresentare il proprio Paese non gliene frega niente. Tantomeno a chi, essendo un ragazzo dai sani valori, ha una dozzina di sponsor per “arrotondare” e la residenza in quel di Montecarlo.

Eppure, trattandosi del numero uno del tennis mondiale, possiamo continuare a credergli...

Luca Filippini

Le note (alte)
di Alex Britti

Cara Provincia,

Grande successo per Alex Britti sulla piattaforma.

Peccato che tremavano vetri delle abitazioni vicine per il volume altissimo delle casse.

Ma c’era qualcuno dell’Ats a controllare i decibel?

E le luci che avrebbero potuto creare stordimento a qualche spettatore sensibile?

Chi organizza non dovrebbe rispettare e tener conto anche dei cittadini con particolari problemi?

Elisabetta Zamboni

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