Cronaca / Lecco città
Mercoledì 29 Giugno 2016
«Le imprese lecchesi lavorano
fino al 3 agosto per il fisco»
L’assemblea di Cna: il dato diffuso dall’associazione artigiana di Lecco e Como
Le imprese comasche e lecchesi lavorano per lo Stato più di 200 giorni all’anno. Nel 2016 il giorno a partire dal quale le imprese cominceranno a guadagnare per sé cadrà infatti la prima settimana di agosto, rispettivamente il 3 di agosto per Lecco ed il 6 per Como. E la colpa è, ancora una volta, in buona parte delle tasse locali che pesano tra il 18% ed il 20%. A dirlo è l’Osservatorio permanente di Cna sulla tassazione delle Pmi presentato ieri durante l’assemblea annuale di Cna Como e Lecco da Claudio Carpentieri, responsabile nazionale di Cna Politiche fiscali.
«Fra i tanti temi che interessano le imprese - spiega il presidente provinciale Enrico Benati - la fiscalità è senza dubbio ai primi posti visto che pesa sulla competitività. A rendere ancora più difficile la situazione, il fatto che la tassazione è differente anche tra gli stessi comuni italiani, sfiorando i 20 punti di scarto tra quelli più virtuosi e quelli messi peggio in classifica». Una classifica dove Como e Lecco si posizionano rispettivamente al 56imo e al 36imo posto, con una pressione fiscale totale (Total tax rate) pari al 59,9% e al 58,9% . Imu, Irap, Irpef, Tasi e addizionali regionali e comunali: la tassazione, in Italia, non ha eguali ed il confronto con altre zone produttive d’Europa è impietoso.
«Il peso della tassazione nella regione tedesca del Baden Württemberg con la cui associazione di imprese Cna è gemellata – spiega ancora Benati - e che come area produttiva ricalca le caratteristiche economiche e imprenditoriali della Lombardia, è di 19 punti inferiore al nostro. Difficile a questo punto parlare di libera concorrenza, anche se le imprese fanno di tutto per migliorare, restare a galla, imporsi e credere di avere un futuro».
Via libera, quindi, ad una area vasta che comprenda Como, Lecco e Varese, un territorio da 180mila imprese che costituisce una delle principali anime produttive del paese. A spiegare quale è la situazione fiscale delle Pmi e come viene calcolato il “Tax free day” è stato Claudio Carpentieri, che ha anche presentato un decalogo di proposte al governo.
Una analisi dei problemi accompagnata, però, anche da un decalogo di proposte pratiche per cambiare la situazione ed alleggerire la pressione fiscale sulle aziende e sul lavoro. Perché l’obiettivo, spiegano da Cna, è quello di rendere più equo il carico delle tasse, non abolirlo. Dieci i punti presentati ieri da Claudio Carpentieri, responsabile nazionale Cna delle politiche fiscali: il primo riguarda l’Imu. Secondo l’associazione che riunisce gli artigiani e le Pmi l’Imu sugli immobili strumentali come i capannoni dovrebbe essere completamente deducibile dal reddito d’impresa visto che, appunto, si tratta di uno strumento indispensabile a creare lavoro. La seconda proèposta riguarda invece le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione, che andrebbe utilizzata per ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo. Al punto numero tre troviamo invece la richiesta di introdurre una misura premiale che riduca l’imposizione sul reddito incrementale rispetto al reddito “ideale” stimato dagli studi di settore. Spazio poi anche alla richiesta di una maggiore autonomia per quanto riguarda l’organizzazione ai fini del non assoggettamento all’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) e introduzione, invece, dell’Iri (Imposta sul reddito delle imprese) per consentire alle imprese personali di allineare l’imposizione sui redditi re-investiti in azienda a quella applicata alle società di capitali. Altra richiesta fatta al governo quella riguardante la redistribuzione del gettito derivante dalla tassazione sugli immobili, adeguando i valori catastali ai valori commerciali e la trasformare delle detrazioni relative alle spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari.
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