Economia / Sondrio e cintura
Domenica 23 Novembre 2014
Le imprese del legno: «Fondamentali
le strade nei boschi»
Il bilancio del progetto per rilanciare la filiera. Numeri importanti e ingresso di molti giovani. «Ma servono viabilità e attrezzature moderne».
In tutto 25.324 metri cubi di legname da opera e 14.766 metri cubi da biomassa sono stati prodotti dal consorzio forestale Alta Valtellina in questi anni, consorzio che impiega 35 persone e opera principalmente nell’Alta Valle con qualche intervento (su fondi privati) nel Tiranese.
Dati, questi, che dimostrano gli effetti positivi che il progetto pilota per il rilancio della filiera bosco legno - messo in campo sei anni fa da Regione, Provincia, consorzio forestale e Ambiente Valtellina onlus – ha avuto sul territorio. Ora, però, serve continuare su questa strada e due sono le esigenze: realizzare strade nei boschi per il recupero del legname e modernizzare attrezzature e imprese. È questo il filo conduttore del convegno che si è tenuto ieri nella sede di Regione Lombardia a Sondrio.
«Il progetto ha centrato gli obiettivi prefissati: si è presa coscienza che bisogna cambiare l’approccio nei confronti del bosco - ha spiegato Luigi Bonetti, presidente del consorzio dell’Alta Valtellina -. Sono oggi otto le imprese boschive presenti (erano tre fino a pochi anni fa), con molti giovani che lavorano a tempo pieno e che stanno affrontando il lavoro in bosco con una concezione nuova e dinamica». Il consorzio opera con 6 squadre su tutti i comuni dell’Alta Valle per attività forestale con tagli, sviluppo e adeguamento della viabilità forestale, sistemazione idraulico forestali, interventi negli alpeggi e valorizzazione della filiera energetica del legno con l’utilizzo della biomassa per teleriscaldamento.
«Gli introiti verranno utilizzati per interventi di miglioramento forestale - ha aggiunto Antonio Rudini, direttore del consorzio -, per il recupero di aree schiantate e la manutenzione straordinaria della viabilità agrosilvopastorale. Spesso i turisti che arrivano dalle città vanno in municipio a lamentarsi perché dicono che vengono per respirare aria buona in montagna dove, invece, vengono tagliate le piante». Ed qui che interviene Ambiente Valtellina onlus che opera per «eliminare l’idea che sia un crimine tagliare un albero – come ha detto il presidente Gino Giudici -. Cerchiamo di sensibilizzare i proprietari e i soggetti della filiera partendo dal presupposto che abbiamo numerosi ettari di bosco e imprese da sfruttare». Il “cuore” del convegno sono, però, state le relazioni di Rinaldo Comino, della Regione Friuli Venezia Giulia, e di Raffaele Spinelli, del Cnr ,che hanno parlato di viabilità, meccanizzazione e ricerca. «Modernizzare il lavoro non significa più soltanto acquistare motoseghe o trattori - ha detto Spinelli - ma macchine moderne che consentano di abbattere i costi di lavorazione, rendere il lavoro più accettabile per le nuove generazioni e più sicuro». Uno degli interventi da scegliere è quello delle teleferiche, a maggior ragione per il fatto che la Valtellina ha dato il nome alla tecnica dell’esbosco via cavo.
Per quanto riguarda la moderna viabilità forestale quale condizione principale per la gestione attiva e sostenibile dei boschi, Comino ha parlato di un problema di cultura: «Occorre che si sviluppi la convinzione che questa viabilità, che ha certo il suo impatto, è parte integrante del bosco. La strada serve alla conservazione e alla manutenzione del bosco, non è una cosa estranea». Un’idea, questa, diffusa in Paesi come Svizzera, Austria e Slovenia. Un punto di vista che non mancherà di rinfocolare le polemiche sulla strada di collegamento tra Piastorba e Prà della Piana, che Castione intende realizzare a 1.600 metri e nei confronti della quale il Comune di Sondrio ha espresso parere negativo. «La viabilità deve essere realizzata dal proprietario dei terreni sulla base di una visione aziendale - ha proseguito -. Una buona rete viabilistica consente di essere più veloce negli lavori, di raccordare questa con l’esbosco a fune, di abbassare i rischi nei cantieri di lavoro e, con opportune regolazioni, agevolare la fruibilità dei nostri boschi noti per la loro biodiversità».
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