Le discoteche non piacciono alla Gen Z? «A Lecco il calo non si vede»

Nel 2023, in Italia, tra discoteche e sale da ballo, sono stati spesi quasi 490 milioni di euro. Il dato è in crescita, ma distante quasi un terzo dal valore del 2018-2019. L’incasso medio non cresce e resta intorno ai 2.500 euro, mentre la spesa pro-capite è di 14,4 euro con un + 3,7% sul 2022 ma ben lontana dagli oltre 17 euro del 2019. Il settore risente inoltre di una spiccata stagionalità legata alle festività e al meteo. Un buon mese è dicembre, dove cresce la spesa media insieme a luglio e agosto. Gli appassioni scelgono soprattutto locali nel Nord Italia, dove si concentra la quota maggiore di spesa.

In Lombardia si spende il 22,5% del totale nazionale. Seguono l’Emilia-Romagna (11,4%), il Veneto (9,7%) e il Piemonte (9,5%). Il Centro è contraddistinto da valori vicini alla media, con la Toscana in testa per volume d’affari (8,7%), seguita dal Lazio con il 6,4%. Il Sud e le isole sono caratterizzati da alcune dinamiche particolari. In Sardegna, la spesa media ammonta a più del doppio della media nazionale, circa 31 euro per spettatore. Ciò si riflette anche negli incassi dei singoli eventi, superiori del 21% alla media. Un effetto riconducibile al turismo di lusso che sceglie la regione.

Sono i dati dell’ultimo rapporto Siae, secondo cui, lo scorso anno, gli spettatori entrati in sale da ballo e discoteche sono cresciuti del 15% mentre la spesa ha visto un +19% sul 2022. Non c’è stato l’atteso aggancio con i valori pre-pandemia e degli anni migliori del settore ma la crescita è pur sempre a doppia cifra. Probabilmente servirà ancora qualche anno per recuperare pubblico, perché il gap è importante con un -20% e un -32 sull’era pre-Covid. Lo scorso anno gli ingressi sono stato vicini ai 34 milioni ma a pesare è soprattutto la demografia: l’Italia in meno di vent’anni ha perso 3 milioni di giovani mentre la Gen Z si ritrova tra social e concerti ma la discoteca è qualcosa che non gli appartiene.

A Lecco, però, secondo gli esperti del settore, non è proprio così: “Devo dire che, per quanto ci riguarda, affluenza e ricavi sono superiori al pre-Covid – commenta Carlo Sormani, titolare dell’Orsa Maggiore di Lecco – A livello lavorativo, abbiamo avuto incrementi importanti, sia per quanto riguarda la discoteca che il ristorante e l’attività balneare. Non mi ritrovo in queste analisi della Siae. Probabilmente, questa differenza è dovuta al fatto che il nostro è un locale stagionale e il lago sta riscuotendo grandissimo successo negli ultimi anni. Ne stiamo beneficiando soprattutto in estate – prosegue Sormani – Anche in inverno, però, i numeri sono molto positivi rispetto agli anni scorsi”. Non preoccupa neppure l’inverno demografico che minaccia la città. “Stiamo parlando di un fenomeno comunque recente – aggiunge il titolare del noto locale lecchese – Mi sento anche di dire che le discoteche sono diminuite del 30% circa rispetto agli anni ’90: diminuendo l’offerta, i locali riescono a stare in piedi, anche se con difficoltà, e ne beneficiano maggiormente”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA