Cronaca / Lecco città
Martedì 20 Settembre 2016
Lavoro, sul Ticino
gli occhi di tutta Europa
La vicenda del referendum sulla manodopera interna fa irruzione anche sulla stampa britannica Che definisce il voto «un test anti frontalieri». Si va alle urne tra sette giorni: 62mila lavoratori italiani aspettano
Il referendum “Prima i nostri!”, che domenica prossima chiamerà al voto gli elettori ticinesi per decidere se davvero la manodopera locale dovrà avere un canale prioritario rispetto ai lavoratori frontalieri (25 mila soltanto i comaschi), ha ormai gli occhi di mezza Europa ben piantati addosso.
Persino il popolare quotidiano britannico “Daily Mail” si è sbilanciato sull’esito finale del voto cantonale, sentenziando che «nove ticinesi su 10 voteranno a favore del referendum». Un’affermazione perentoria. In realtà la situazione è più complessa, perché si voterà sia il progetto Udc - che pare destinato ad essere bocciato - che il controprogetto del Gran Consiglio, più annacquato nei contenuti e nella forma. Certo, il “Daily Mail” - che ha definito i frontalieri “migranti italiani” - ha trattato la vicenda dalla prospettiva ticinese, spiegando che il «Ticino è il Cantone svizzero col più alto tasso di disoccupazione».
In realtà, le cose stanno un po’ diversamente, considerato che l’ultimo dato disponibile relativo ai disoccupati in Ticino (maggio 2016, fonte Dipartimento delle Finanze e dell’Economia) indica un decremento dello 0,2% rispetto al mese precedente e un tasso del 3,4% inferiore alla media nazionale.
«In maggio la disoccupazione è diminuita - si legge nel documento del Governo di Bellinzona -. A fine mese risultavano iscritti presso gli Uffici regionali 5403 disoccupati, dei quali 4634 a “tempo totale”». Ma c’è un dato interessante. «Il numero effettivo di disoccupati attualmente registrato - si legge ancora nella corposa relazione - risulta inferiore del 4,6% rispetto al mese di maggio 2015».
Questi i dati ufficiali. Secondo il “Daily Mail”, oltreconfine si invoca a gran voce un’iniziativa forte in grado di far nuovamente decollare un’economia che paga gli alti costi delle materie prime e della manodopera. Di certo, il lungo reportage targato “Daily Mail” sdogana il referendum ticinese anche oltre le latitudini già note, province e Cantoni di confine. Anche il portale “Wall Street Italia” si è occupato negli ultimi giorni di “Prima i nostri!”, definendo il referendum di domenica prossima “un test anti-frontalieri”.
“Wall Street Italia” cita un altro referendum, quello contro l’immigrazione di massa del 9 febbraio 2014, rimasto di fatto inapplicato. Da qui la nuova «battaglia per sostenere i diritti dei lavoratori ticinesi in campi dove la manodopera indigena non trova più lavoro».
Insomma, quella che inizia domani sarà una settimana calda. I 62 mila lavoratori frontalieri (Como è la provincia con la percentuale maggiore di addetti) stanno alla finestra. Istituzioni e Associazioni di categoria hanno fatto in questi mesi (ma non solo) fronte comune contro le numerose proteste-spot che hanno visto i nostri lavoratori finire nel mirino di talune forze politiche, Lega dei Ticinesi e Udc in testa. Ancora una settimana, dunque e conosceremo l’esito di questo nuovo referendum, partito sottotono, ma che ora sta acquistando inaspettatamente vigore.
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