Lavori terminati in via Amendola, ora il cantiere in via Volta

Prevista per la completa riapertura; si proseguirà ancora per qualche giorno in via Digione per poi passare alla zona attorno alla stazione

Via Amendola riaperta, via Volta prossima a chiudere, la rotonda di via Parini pronta ad aprire. Sono queste le novità viabilistiche “fresche di giornata”.

Primo passo

Entro il tardo pomeriggio di oggi, forse qualche ora prima, dovrebbe riaprire in entrambi i sensi via Amendola. La corsia in discesa, infatti, era stata chiusa lunedì scorso, il 29 luglio, mentre quella in salita era rimasta percorribile. D’altronde, rispetto alla prima fase di lavori, erano rimaste indietro lavorazioni importanti: sono stati, infatti, posati i tubi del teleriscaldamento che si collegano con quelli posati negli scavi eseguiti da settembre a novembre del 2023 sulla stessa via Amendola. Un intervento che si era poi dovuto rimandare per la presenza di camere di compensazione e sottoservizi che non erano stati individuati con precisione dalle mappe a disposizione. Di sicuro la riapertura di quest’asse viario Caleotto-Ponte Vecchio, è importantissimo perché è la via più breve per collegare la zona dello stadio a Pescarenico e al centro cittadino.

Nuovi scavi

Ora che su via Amendola è tutto a posto, il cantiere può accelerare anche in via Digione: via che continuerà però al momento a rimanere chiusa. La linea di teleriscaldamento è la stessa, ma bisogna collegarla a via Amendola. Dopo di che settimana prossima, forse già lunedì più probabilmente nei giorni successivi (ma entro venerdì al massimo), via Digione potrebbe riaprire (in anticipo sul previsto dunque), mentre altrettanto a breve dovrebbe cominciare la lavorazione di via Volta. Necessariamente dopo la riapertura di via Digione. Come mai dopo? Perché è difficile immaginare di poter aprire un cantiere impattante come quello di via Volta, che è cruciale per la viabilità interna cittadina, se prima non viene riaperto lo “sfogo” di via Digione. Si rimarrebbe praticamente “chiusi dentro” tra via Marco d’Oggiono e via Digione stessa, non potendo più prendere direzione né Est né Ovest, ma solo verso il lago, attraverso via Dante. In conclusione, con ogni probabilità, su via Volta i lavori cominceranno dopo la riapertura di via Digione entro settimana prossima.

Sperimentazione

Ulteriore step di interventi, una volta riaperta via Amendola, riguarderà via Fiandra e via Besonda, per l’altro tratto di teleriscaldamento. Sarà poi la volta della rotonda di largo Montenero. A proposito: i ritardi nell’apertura di alcuni cantieri, via Volta in primis, e le “sorprese” che sempre si trovano sottoterra quando si scava così a fondo, sembrano non rischiare di compromettere il piano operativo che prevede la chiusura di (tutti) i cantieri entro l’inizio delle lezioni scolastiche.

La data limite è lunedì 9 settembre e dovrebbe essere rispettata. I tecnici comunali hanno tenuto presente che anche eventuali imprevisti e tutto dovrebbe terminare nei tempi previsti. I disagi, comunque, dovrebbero terminare anche prima, visto il bel tempo e le tappe forzate con le quali gli operai stanno procedendo a posare i tubi del teleriscaldamento.

Disagi limitati e niente code

Disagi? Nessuno o quasi. Anche la chiusura di via Digione in questi giorni non sta provocando quello che, invece, immancabilmente, succederebbe se fossimo in qualsiasi altro mese dell’anno. Impossibile stabilire quanti lecchesi siano in vacanza, ma già le scuole e molte attività chiuse, fanno da calmiere a una situazione che, altrimenti, diventerebbe quasi ingovernabile. Da un giro fatto in città si registrano solamente dei rallentamenti, specie nelle ore di punta, e nel week end quando al traffico delle vetture dei residenti si aggiunge quello dei gitanti, in particolare stranieri. Non è raro, però, vedere automobili targate “D” (Germania), “F” (Francia) “GB” (Great Britain, Inghilterra), o “NL” (Nederland, Olanda), tanto per stare alle nazionalità più presenti, vagare smarriti e sballottati a destra e sinistra da navigatori auto che difficilmente possono tenere il passo dei “cantieri mobili” lecchesi.

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