L’autotrasporto cambia, i problemi restano: «Strade vecchie e poco personale»

Infrastrutture, logiche di mercato, veicoli e ricambio generazionale, il mondo degli autotrasportatori è completamente cambiato negli ultimi decenni, anche sul territorio lariano. L’occasione per parlarne è fornita dai festeggiamenti che si terranno oggi a Roma nell’auditorium di Cna nazionale in occasione dei cinquant’anni della Federazione Italiana Trasportatori Artigiani.

Il primo tasto dolente riguarda le infrastrutture, come racconta Riccardo Gervasoni, presidente Cna Fita Lario Brianza: «Qualche intervento sulle strade è stato fatto, ma sono praticamente rimaste le stesse di cinquant’anni fa mentre il traffico è triplicato. La mia azienda ha sede a Lomagna, Lecco, poi iniziano le province di Monza-Brianza e Milano, siamo messi bene come accessi alle tangenziali. Quando dobbiamo andare a Como, soprattutto sul lago, c’è da mettersi le mani nei capelli, le strade sono poche e strette per la particolarità del territorio, ma si potrebbe fare ancora molto per migliorare la situazione».

Parlando di mezzi pesanti si pensa subito all’inquinamento, escludendo la quota di quelli vetusti ancora in circolazione, i nuovi camion sono invece evoluti ed efficienti, e in merito sono previsti sconti su carburanti e pedaggi autostradali per chi possiede Euro 5 o Euro 6: «Gli Euro 4, che hanno in media 14 anni, in strada, sono ancora molti, ma ci sono diverse agevolazioni che spingono a sostituire i mezzi, per esempio lo sconto di 21 centesimi al litro, che per un’impresa con cinque mezzi che consuma 8-9mila litri al mese, consente di risparmiare 20mila euro l’anno».

Si tratta di veicoli molto costosi che partono dai 150mila euro senza allestimento, esistono sostegni economici per cambiarli «ma spesso per avere un mezzo che oggi viene realizzato su ordinazione bisogna attendere più di un anno e non si ha sempre la certezza di rientrare nelle tempistiche degli incentivi». Le logiche di mercato sono mutate parecchio: «Mio papà ha iniziato nel 1962 con un camion, faceva 12 fatture l’anno con un solo cliente. Oggi facciamo 500 fatture l’anno e abbiamo 120 clienti e siamo sempre in cerca di nuovi committenti. Le marginalità si sono ridotte, bisogna puntare sulla continuità. Il mercato è altalenante e la concorrenza è altissima, non c’è più la fidelizzazione di una volta, ci sono molte realtà che offrono prezzi al ribasso, ma così bassi che non si capisce come facciano a rimanere aperti considerate le spese».

La mancanza di personale attanaglia anche questo settore, che non sembra essere particolarmente attrattivo per i più giovani a partire dal costo delle patenti, B, C e Ce, ai quali si aggiunge la Cqc una patente di qualifica professionale che comprende 150 ore di corso con argomenti teorici, il tutto per un investimento iniziale di 2,5-3mila euro.

Per chi vuole mettersi in proprio bisogna poi mettere in conto anche il costo non indifferente del mezzo e della sua manutenzione. «Noi siamo alla seconda generazione, la terza non credo ci sarà. Servono tanta passione e capacità per fare bene questo lavoro che sta diventando sempre più complicato. Per potersi muovere in questo settore bisogna essere costantemente formati e informati. Far parte di un’associazione di categoria è di grande sostegno, permette di essere aggiornati su tutte le possibili opportunità».

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