Cronaca
Martedì 13 Novembre 2018
L’attacco ai frontalieri
«Campagna d’odio
per racimolare voti»
Condanne unanimi contro i volantini Udc. I sindacati ticinesi: «Una mossa solo per fini elettorali». La Uil: «Non ha senso rispolverare certi messaggi»
«L’infausta campagna Bala i Ratt è stata riattivata per racimolare qualche voto in più, mettendo sotto la lente l’anello più debole dell’economia ticinese, i lavoratori frontalieri, che non hanno diritto di parola, non votano, ma sono oggetto di attacchi fini a stessi da parte di partiti che mirano solo ad amplificare il loro consenso». Non ha dubbi Sergio Aureli, sindacalista ticinese. La riedizione di Bala i Ratt, la campagna anti-frontalieri targata Udc che nel settembre 2010 aveva provocato una profonda crisi istituzionale tra Italia e Svizzera, ha un solo obiettivo: raggranellare voti in vista delle elezioni cantonali del prossimo aprile.
E così sabato a Losone, l’Udc (presenti gli stati generali del partito, a cominciare dal presidente cantonale del partito Piero Marchesi) ha rispolverato uno scatolone contenente numerosi volantini (ancora ben conservati) della campagna Bala i Ratt. La notizia è subito rimbalzata sui due lati del confine. «Come sempre, i partiti mostrano i muscoli in occasione delle elezioni. E l’Udc ticinese non fa eccezione. Messaggi come quello di Losone mettono anche in evidenza la debolezza amministrativa del territorio. Attaccarsi a una campagna xenofoba come Bala i Ratt per meri fini elettorali è davvero un qualcosa davvero di bassissimo profilo», sottolinea ancora Aureli.
Peraltro solo qualche giorno fa, sempre all’interno delle dinamiche di confine, il Gran Consiglio ha definitivamente messo la parola fine alla tanto discussa Lia, la legge sulle imprese artigiane. «La conferma che è il mercato che crea domanda ed offerta, al di là degli slogan della politica - spiega Enzo Fantinato, responsabile internazionalizzazione di Cna Lario e Brianza - Avevamo sempre sostenuto che la Lia fosse incostituzionale e il Gran Consiglio ci ha evitato di fare ricorso alla Corte Europea. Questo per ribadire un concetto: le norme sulla libera circolazione vanno rispettate. I cittadini per poter scegliere vanno correttamente informati. Non basta uno slogan. La Lia è stata osteggiata da entrambi i lati del confine e cancellata».
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