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Venerdì 18 Gennaio 2013
L'assessore a Chiavenna
«Il punto nascita non si tocca»
«I punti nascita che fanno capo all'Aovv non si toccano. Vanno, semmai, messi ulteriormente in sicurezza fornendo massima garanzia alla mamma e ai piccoli». Parola di Mario Melazzini, assessore regionale alla Sanità, giunto ieri mattina a Chiavenna per il suo secondo tour in provincia dopo la "puntata" del 17 dicembre scorso a Morbegno e Sondrio
«Il fatto che a Chiavenna i parti siano 342 - ha precisato di fronte a tutto lo staff medico e dirigenziale del presidio -, cioè in numero inferiore ai 500 previsti per il mantenimento dei punti nascita, non significa che qui, piuttosto che a Sondalo, si debba smantellare tutto. La delibera regionale parla chiaro e evidenzia l'importanza di tenere conto, nel valutare i singoli casi, delle esigenze territoriali, delle distanze, della viabilità. È evidente che questa realtà non può fare a meno del punto nascita, così come non può fare a meno del suo ospedale, almeno fintanto che insisterà sul territorio la popolazione residente che abbiamo ora. Semmai - ha detto rivolto al direttore generale Aovv, Luigi Gianola -, va stressato il concetto di rete aziendale, insistendo anche sulla collaborazione fra presidi e fra personale dei presidi».
Rispetto al punto nascita chiavennasco, peraltro, Melazzini ha avuto ieri la piacevole sorpresa di ritrovarsi in mezzo a dieci bebè (altri due gemellini erano in arrivo in mattinata), i nati degli ultimi tre giorni, sei femminucce e quattro maschietti, mentre l'assessore poneva al direttore facente funzioni, Domenico Spellecchia, i quesiti del caso. In particolare, ha voluto sapere l'incidenza dei parti cesarei, pari al 35%, mentre le partoanalgesie sono aumentate del 33%. Fermo restando che è presente, a Chiavenna, l'anestesista 24 ore su 24, mentre in caso di parto sotto le 34 settimane le gestanti vengono dirottate su Lecco, dove c'è la Patologia neonatale, e fra le 34 e le 36 settimane su Sondrio.
A difesa del punto nascita è intervenuto anche Gianola che ha sottolineato come sia «strategico per la valle - ha detto - nonostante il numero limitato di risorse a disposizione, considerato che i medici sono in difficoltà anche nel garantire i loro turni di guardia». Sull'abnegazione, comunque, dei propri dipendenti, Gianola ha messo la mano sul fuoco «e la presenza di tanti medici, qui, oggi, che arrivano da Sondrio, dimostra del grado di flessibilità acquisito dall'azienda nel suo complesso».
A sottolineare, invece, una carenza che l'ospedale ancora ha è stato, in primis, Maurizio De Pedrini, direttore del Laboratorio analisi, seguito da Orazio Scuffi, direttore di presidio. «Parlo a nome dei sindaci dei 13 Comuni della valle, forte di 24mila abitanti, - ha detto De Pedrini - per evidenziare la carenza che abbiamo in Cardiologia. C'è un ambulatorio, ma va rinforzato trovando sul mercato figure adatte». Sulla medesima lunghezza d'onda anche Scuffi secondo cui «non si può fare a meno della figura di un cardiologo a supporto, soprattutto, ma non solo, dell'anestesista». Punto sul quale, peraltro, Melazzini ha invitato Gianola provvedere dal momento che, «da una simile figura, non si può prescindere».
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