Cronaca / Lecco città
Martedì 18 Ottobre 2016
L’assedio delle cimici
che vengono dalla Cina
Funziona solo lo spray
Sgradito ospite In Italia ha trovato terreno fertile
«Non ha antagonisti in grado di combatterla»
I rimedi della nonna, non servono a nulla
Da qualche settimana molti lecchesi si sono accorti che in casa è comparsa una nuova e sgraditissima ospite. Si tratta della cimice grigia (nome scientifico Halyomorpha halys), che dopo avere fatto un lungo viaggio dalla Cina ha trovato in Italia le condizioni ideali per metter su casa.
«Quella a cui stiamo assistendo è a tutti gli effetti un’invasione anomala di cimici» spiega Mario Colombo, entomologo e docente presso la facoltà di agraria dell’Università degli Studi di Milano. «Questo genere d’invasione si verifica quando una specie invade un nuovo territorio. In Italia c’erano già altre tipologie di cimice, ma questa, la cimice grigia o asiatica, proviene della Cina ed è approdata solo recentemente in Europa e nel nostro Paese, dove ha trovato terreno fertile per riprodursi».
Difficile stabile se e quando la situazione tornerà alla normalità: «Solitamente – sottolinea l’entomologo - il picco si raggiunge verso la fine dell’estate e ci si accorge della loro presenza perché i ricettori sulle antenne di questi insetti avvertono le fonti di calore e fanno sì che le cimici si avvicinino alle case in cerca di un rifugio e delle condizioni ideali per sopravvivere. Quello che capita è che invadono nuovi territorio dove non sempre ci sono antagonisti come parassiti o predatori in grado di dare avvio ad una lotta biologica e alla conseguente “normalizzazione”. Potrebbero essere necessari uno, due o tre anni, oppure potrebbe bastare un inverno molto rigido. Difficile stabilire ora con certezza l’evolversi della situazione, anche se è molto probabile che perduri ancora un po’ di tempo».
Altro aspetto che rende le cimici molto fastidiose è la puzza che emanano soprattutto quando vengono schiacciate, un odore causato dalla sostanza che l’insetto usa per difendersi dagli attacchi dei predatori. «La cimice e altri insetti di questo gruppo –continua Colombo - hanno ghiandole che producono sostanze repellenti che li rendono sgradevoli per gli uccellini, i loro principali predatori. Emettono questo odore a scopo difensivo, un po’ come noi umani potremmo usare l’aglio per evitare contatti indesiderati».
Queste le armi di cui dispone il piccolo insetto, ma noi? Cosa possiamo fare per limitare queste indesiderate visite? No ai rimedi della nonna, dice l’esperto, aglio e sapone di marsiglia alle finestre non funzionano. «L’importante è identificare dove questi gruppi si localizzano, di solito nei punti della casa più caldi o dove batte il sole. A questo punto si può scegliere se schiacciarle e buttarle nel wc, oppure si possono usare insetticidi per formiche e blatte che si trovano sul mercato, tenendo presente che le cimici sono meno sensibili a queste sostanze quindi bisognerà insistere un po’ di più». Ben diverso è purtroppo il discorso che riguarda gli agricoltori e in particolare i frutteti, di cui queste cimici sono particolarmente ghiotte. I danni per questo settore sono già di diverse decine di migliaia di euro, con picchi preoccupanti nel Bresciano e in Emilia.
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