Cronaca / Morbegno e bassa valle
Sabato 21 Ottobre 2017
L’arte fuori dai musei, Pistoletto a Morbegno: «Territorio esemplare»
Auditorium gremito di ragazzi e adulti per l’intervento del celebre maestro dell’arte povera. «Le scuole siano veicolo di trasformazione sociale».
Pistoletto fa tappa a Morbegno, «un territorio esemplare, capace di trasformare l’idea, l’ideale del Terzo paradiso in azioni concrete e reali». Ha detto proprio così, a proposito dei progetti realizzati dagli istituti scolastici della Bassa Valle, Michelangelo Pistoletto, un gigante dell’arte contemporanea che ieri è salito in cattedra all’auditorium Sant’Antonio per una lezione speciale.
Il maestro dell’arte povera era l’ospite d’eccezione del convegno dal titolo “Nel segno del Terzo paradiso, le stazioni creative fra arte scuola e territorio” voluto da Pro Valtellina, da Idevv (Istituto di dialettologia e di etnografia valtellinese e valchiavennasca) e della delegazione Fai di Sondrio per il progetto “Prendiamoci la città” con il Comune di Morbegno. Sul palco con l’artista c’erano Meco Salvadore di UnoTeatro Lecco e la professoressa Franca Zuccoli, dell’Università degli studi di Milano-Bicocca. In una giornata di formazione e informazione, Pistoletto, accolto dal canto e dai colori dagli alunni più piccoli e ascoltato dai ragazzi delle medie e delle superiori, ha illustrato l’impianto teorico del Terzo Paradiso per spiegare «l’arte come motore sociale».
Arte che deve entrare nelle scuole, che devono essere creative per «diventare veicolo di trasformazione sociale» attraverso le “stazioni creative”, cioè i laboratori artistici che sono stati attivati anche in Valtellina. Pistoletto, che ha superato gli 80 anni, coinvolgente come il più appassionato dei giovani insegnanti, ha spiegato che stiamo vivendo «in un momento epocale: la tecnologia ci permette cose prima inimmaginabili, ma bisogna fare attenzione al suo impatto sulla natura. Si deve trovare l’equilibrio fra i due poli, natura e artificio». Da qui il Terzo Paradiso, il terzo tempo dell’umanità, quel triplo cerchio che prende le mosse dal simbolo dell’infinito matematico, che indica la via verso il cambiamento.
Un’utopia sociale con riscontri concreti che portano «all’equilibrio della convivenza». L’arte deve uscire dai musei e smuovere le cose. E lo fa anche nelle scuole valtellinesi, che hanno riscoperto un paese fantasma, progettato una piazza o dato un nuovo volto al cortile della scuola di Morbegno. «Un luogo bello di per sé la città che abbiamo conosciuto oggi e così la Valtellina, che abbiamo conosciuto prima con Livigno - afferma Maria Pioppi, compagna di una vita di Pistoletto, ieri fra il pubblico -. Luoghi che non sono poi così differenti da dove viviamo noi, a Biella».La coppia risiede nell’ex fabbrica trasformata in fondazione, la Città dell’arte, factory dove studiano giovani provenienti da tutto il mondo.
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