«L’aria più pulita della Lombardia si respira a Sondrio»
Primato: l’analisi di Legambiente sui dati del 2016. Trenta i giorni di sforamento per le polveri sottili. «Risultati buoni ma comunque c’è ancora molto da fare».
Anche nel 2016 Sondrio è stato il capoluogo lombardo con la migliore qualità dell’aria e uno dei pochi a restare nei limiti fissati dall’Unione europea sulle polveri sottili. Ma c’è ancora molto lavoro da fare, in tutta la Lombardia e anche in città, perché i parametri europei sono «troppo tolleranti» rispetto ai picchi di inquinamento, «le occasioni in cui si osservano gli effetti sanitari più severi dell’inquinamento da polveri sottili».
A dirlo è un’analisi pubblicata ieri da Legambiente Lombardia, che ha riunito e confrontato i dati raccolti dalle centraline dell’Arpa nell’anno appena concluso: Sondrio «si conferma il capoluogo lombardo con l’aria migliore», segnala l’associazione ambientalista, mentre in fondo alla classifica regionale si trovano Milano e Monza, anche se la situazione è migliorata e «le concentrazioni medie annue della Pianura Padana si sono mantenute lontane dai livelli terribili dei primi anni 2000». Nel corso del 2016, infatti, Sondrio ha registrato 30 giornate di sforamento del limite di 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria, seguita da Lecco con 34 giornate su 365 e da Varese con 35, mentre Milano ha sfiorato gli 80 giorni di superamento – sono stati 79 in tutto – e Mantova ha toccato quota 74. E alla fine dell’anno solo Sondrio, Lecco e Varese hanno rispettato il tetto di 35 giornate di sforamento indicato dall’Unione europea, mentre tutte le città lombarde sono rimaste sotto il «limite perentorio» della media annuale di 40 microgrammi per metro cubo di Pm10.
Queste soglie, però, secondo Legambiente andrebbero rese più stringenti, soprattutto rispetto al numero annuale di sforamenti: l’attuale limite «è unanimemente riconosciuto come largamente insufficiente a tutelare la salute umana», segnala l’analisi dell’associazione, e l’Unione europea «dovrebbe rivedere i parametri divenuti ormai obsoleti a fronte delle crescenti evidenze mediche della pericolosità dell’inquinamento da micropolveri».
Ci sono segni di miglioramento, insomma, ma secondo Legambiente Lombardia «dal 2017 si deve fare molto di più», come sottolineano in una nota la presidente Barbara Maggetto e il responsabile scientifico Damiano Di Simine. E se nel caso della Valle bisognerà prestare attenzione «al ruolo del riscaldamento a biomasse solide, legno, cippato e pellet, molto impiegati nelle valli alpine», si legge ancora nell’analisi, a livello regionale i temi chiave secondo l’associazione rimangono traffico e mobilità. «È evidente l’efficacia, almeno parziale, delle politiche antismog fin qui sviluppate – afferma Di Simine -, è importante proseguire con maggior determinazione, considerando i benefici che non sono solo sanitari. Ridurre il traffico e sviluppare l’offerta di mobilità collettiva significa migliorare le prestazioni complessive del sistema Lombardia, ridurre le emissioni inquinanti significa perseguire necessari obiettivi di lotta al cambiamento climatico, di efficienza energetica e di riduzione della dipendenza dalle importazioni di idrocarburi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA