«Le mie slot sono in regola
Una campagna strumentale»

Non ci sta Mirko Mileo Paganoni, titolare del bar Piero in via Cavallotti, nel pieno centro di Sondrio, a finire al centro della campagna contro il mancato rispetto delle regole sulle slot machine. E così replica

SONDRIO Non ci sta Mirko Mileo Paganoni, titolare del bar Piero in via Cavallotti, nel pieno centro di Sondrio, a finire al centro della campagna contro il mancato rispetto delle regole sulle slot machine che, a suo parere, ha molto poco di sensibilizzazione, ma è effettuata solo a fini strumentali.


E non ci sta visto che lui le regole le rispetta tutte e i manifesti che avvisano i giocatori delle macchinette dei rischi sulla dipendenza dal gioco d'azzardo (compresi i cosiddetti "10 comandamenti") sono esposti, ben visibili, al fianco dell'unica slot machine nel locale. Il Bar Piero, invece, è comparso nell'inchiesta fotografica on-line sulla pagina Facebook "NoslotmachineinValtellina", come uno di quei locali in cui tali comunicazioni, secondo gli amministratori della pagina stessa, non sarebbero esposte e quindi il decreto legge Balduzzi non sarebbe rispettato.


«Il mio esercizio viene denigrato e danneggiato da questa campagna: - ha tuonato Mirko Paganoni - Il mio locale, tra l'altro, a differenza di tutti gli altri che sono stati fotografati è l'unico riconoscibile in maniera esplicita dalle foto, visto che se ne legge il nome e come si può ben capire questa è una grave pubblicità negativa per un locale storico come il mio che ha sempre rispettato le regole».


La rabbia di Mirko Mileo Paganoni, poi, aumenta perché a suo parere, le accuse al suo locale e a tutti gli altri sono state fatte in maniera strumentale e, in un certo qual modo, interessata: «L'amministratore della pagina Facebook - ha proseguito il commerciante del centro storico - prima di pubblicare certe cose dovrebbe verificare la fondatezza delle sue accuse. Accuse gravi e che rischiano di penalizzare un'attività, associandola in modo denigratorio a una piaga sociale. Tra l'altro il 27 marzo scorso ho subito un controllo da parte dei Monopoli di Stato che ha attestato che, in materia di slot machine, tutto è in regola nel mio bar. Probabilmente, però, questo non interessa a chi vuole sfruttare un problema delicato come la ludopatia solo per avere un po' di visibilità in campagna elettorale».


È talmente arrabbiato per le accuse che non corrispondono al vero Mirko Mileo Paganoni, che pensa addirittura di chiedere, attraverso l'intervento di un legale, la rimozione della foto del suo locale dalla pagina Facebook («Foto che, peraltro, se ingrandita - spiega Paganoni - mostra come i manifesti richiesti dalla normativa siano visibili anche dall'esterno del locale».).In ogni caso, al di là del rispetto delle normative, il commerciante del centro storico del capoluogo tende a precisare come non siano le slot machine l'elemento su cui è fondata la sua attività: «I giocatori incalliti - ha concluso Paganoni - non vengono certo a giocare nel mio locale: c'è una sola slot che viene utilizzata ogni tanto dai clienti che ci mettono le monetine che hanno avuto come resto. Il bar è piccolo e la macchinetta è ben visibile dal bancone e quindi potrei rendermi conto immediatamente se qualcuno gioca per molto tempo e intervenire in maniera altrettanto immediata. Stavo pure pensando di toglierla la slot machine, ma ora questa inutile e strumentale polemica mi sta facendo cambiare idea».

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