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Venerdì 10 Maggio 2013
«Il servizio di reumatologia
non è destinato a chiudere»
E' l'Ufficio Affari Generali a chiarire quelle che sarebbero le intenzioni dell'ospedale Pelascini di Gravedona. Nei giorni scorsi si sono levate alte le proteste sulla riorganizzazione del servizio
Nei giorni scorsi si sono levate alte le proteste sulla riorganizzazione del servizio e i dubbi sollevati dal primo cittadino di Chiavenna Maurizio De Pedrini e il presidente dell'Assemblea dei Sindaci della Valchiavenna Luca Della Bitta per chiedere alla struttura ospedaliera dell'alto Lario, privata ma accreditata dalla Regione Lombardia, un ripensamento sulle sorti del servizio prestato all'interno del reparto di riabilitazione.
Gli amministratori valchiavennaschi hanno avviato un contatto con il presidente dell'Assemblea dei Sindaci del Distretto di Dongo e sindaco di Gravedona ed Uniti Fiorenzo Bongiasca, sottolineando come la struttura sia unica nel suo genere anche per quel che riguarda la Valchiavenna e l'intera Provincia di Sondrio.
I pazienti provenienti dalla Provincia di Sondrio, e in particolare dalla valle del Mera vista la vicinanza con Gravedona, sono molti. La preoccupazione è, quindi, dovuta e i sindaci hanno garantito che il livello di guardia sull'intera vicenda rimarrà alto fino a quando non ci sarà una schiarita definitiva.
«I disagi che stanno subendo gli utenti in questi giorni - spiegano dall'ospedale - è temporaneo e legato al processo di riorganizzazione del servizio in corso. Riorganizzazione che prevede l'eliminazione di alcuni posti letto ma assolutamente non prelude alla chiusura del servizio di reumatologia».
Secondo i vertici dell'ospedale gravedonese la riorganizzazione ha due finalità. «Da un lato stiamo introducendo altri servizi, che stanno già dimostrando di avere notevoli potenzialità dal punto di vista del numero di utenti. In primo luogo la riabilitazione per i malati del morbo di Parkinson. In secondo luogo anche noi, che siamo una struttura privata anche se lavoriamo prevalentemente con il pubblico come struttura accreditata, dobbiamo adeguarci alla spending review che toccherà gran parte del settore sanitario lombardo».
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