L’appello del prevosto: «Il centro di Lecco non sia un dormitorio»

Il centro di Lecco rischia di diventare un «paese dormitorio» dove chi ha proprietà li affitta, ma poi se ne va, non vive la città, non è presente. E il centro città corre il rischio di morire. A lanciare il monito a tutta la popolazione è il prevosto e decano di Lecco, don Davide Milani, che ha condiviso le sue riflessioni a conclusione della messa di sabato scorso, per poi riprenderle anche nelle celebrazioni domenicali. Il tutto, in vista della festività di ieri di Santa Marta, un momento comunitario significativo per il centro città.

Don Davide, qual è il senso di questo avvertimento?

Più che di monito o avvertimento vorrei considerarlo un invito alla riflessione. Vediamo aumentare le case in affitto in centro, i bed and breakfast, con cui si vuole guadagnare qualche soldo. I turisti vengono, dormono e poi se ne vanno. Bisogna tenere in vita il centro. Dobbiamo essere presenti, nel cuore della città e del territorio. Vivere la città.

Però, a chi cammina in centro Lecco, la città pare tutt’altro che poco vissuta, soprattutto in questo periodo estivo.

Nonostante vi siano ancora molti residenti in zona, il rischio è che il centro città sia riservato ai turisti, per un turismo mordi e fuggi. Vorrei essere chiaro: non ho nulla contro i turisti, ci mancherebbe, né contro chi affitta le case. Ma la realtà è sotto i nostri occhi. Noi preti ce ne accorgiamo ogni anno che passa, al momento delle benedizioni delle case, prima di Natale. Qualcuno non c’è più, è morto. E al suo posto c’è ora una casa in affitto o un bed and breakfast. La conseguenza è che si perde il legame con il territorio e la sua valorizzazione. Questa cosa va governata perché altrimenti progressivamente il centro muore.

Questo discorso lo sta facendo in occasione della festa di Santa Marta, il 29 luglio: qual è il nesso?

Santa Marta, è, nella nostra comunità pastorale, la chiesa più antica conservata nella sua forma originaria. È un gioiellino nel cuore della città: dice un radicamento nella città che vive, educa, celebra la fede. Perpetuare questa festa di Santa Marta, con le relative celebrazioni, la tradizionale distribuzione del pane, è un’occasione per riscoprire e vivere le nostre tradizioni, la nostra identità. Tra l’altro questa chiesa è preziosa non solo artisticamente ma anche per la fede e la cultura: grazie alla suore c’è l’adorazione diurna. E sempre qui si svolgono concerti di prestigio.

Nel suo mandato qui a Lecco, a partire dal 2018, di cose ne sono state fatte.

Sì, penso alla ristrutturazione dell’oratorio San Luigi, ancora in corso, allo spazio dedicato agli anziani, alle tante iniziative culturali, come il Lecco Film fest, e il Capolavoro per Lecco, solo per citare alcuni eventi. Che, si noti bene, non devono però essere sporadici, ma costituire l’identità, il respiro di una città.

Tra le novità da Lei apportate, anche il nuovo cinema Aquilone: con proiezioni di qualità, ma anche cineforum e incontri culturali.

Sì, il cinema Aquilone è stato uno di quei tasselli preziosi che hanno contribuito a ridare vita al centro. Mi ha fatto piacere sentire commenti positivi da parte di chi vive al di là di via Parini, la via che separa l’oratorio dal quartiere limitrofo: da quando c’è il cinema, qualcuno ha detto, ci sembra di essere di nuovo in centro città.

Tra poche settimane Lei lascerà Lecco alla volta di Roma, dove l’attende un prestigioso incarico, al Dicastero della cultura e dell’educazione della Santa Sede, a fianco del Cardinale José Tolentino. Come proseguirà questa valorizzazione culturale di Lecco?

Il mio auspicio è che si continui a operare per il bene della città anche in senso culturale. Di qui la mia proposta di riflettere su come stiamo vivendo la nostra città, come stiamo contribuendo per mantenerla città viva, partecipata, culturalmente e socialmente attiva. Una riflessione che invito ciascuno a fare.

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