Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 28 Marzo 2021
L’ansia di chi aspetta la chiamata
«Intanto non usciamo più di casa»
Arrabbiati e presi in giro. Così si sentono molti anziani A un mese dalla prenotazione nessuno li ha più contattati
L’accelerata promessa sul fronte della campagna vaccinale non soltanto tarda ad arrivare, ma, addirittura, si allungano ancora i tempi necessari per portare a termine le vaccinazioni dei cittadini ultraottantenni che, sempre più spiazzati a arrabbiati si sentono dimenticati e presi in giro.
Ormai per molti la convocazione per ricevere almeno la prima dose del vaccino è diventata una chimera e la speranza ha lasciato il posto alla rassegnazione: «Abbiamo presentato la nostra “domanda” per essere vaccinati in farmacia a febbraio - raccontano i coniugi Lidia e Bruno, che compiranno 84 anni rispettivamente a giugno e novembre - a febbraio e ancora non siamo stati chiamati. Abbiamo semplicemente ricevuto un paio di messaggi di scuse per il ritardo, ma per il resto non sappiamo nulla. Soprattutto è difficile capire perché vengono vaccinati i più giovani oppure perché chi ha prenotato dopo di noi sia già stato chiamato».
Così, in presa a questi dubbi e incertezze i coniugi aspettano con sempre meno pazienza ogni giorno che passa: «Non è una bella situazione, anche considerando le varianti del virus - proseguono Lidia e Bruno - e sinceramente ci stanno facendo venire un po’ l’ansia. Non siamo messi bene; per quanto ci riguarda stiamo sempre a casa e per fortuna almeno abbiamo il giardino. Cerchiamo di avere pazienza, ma non è facile».
Anche perché i ritardi nella somministrazione dei vaccini condizionano ancora la vita dei più anziani, specie nei rapporti con i loro familiari: «Ormai da Natale - racconta Pia di Albosaggia, 81 anni - i miei nipoti non vengono più a trovarmi o a mangiare qui da me, per paura di potermi contagiare. Anche se non ho premura e preferisco che venga vaccinato chi va a lavorare, questa situazione, però, non è bella. Ho presentato due volte la richiesta, ma ancora non sono nulla e in passato ho avuto anche problemi di salute. L’unica cosa che ho ricevuto è stato un messaggio tre settimane fa in cui si scusavano di non avermi ancora convocata. Anche chiamando il numero verde si ottengono solo informazioni generiche sulla propria pratica».
Una situazione di grande incertezza che diventa ancora più complicata quando i soggetti in attesa della vaccinazione non sono più auto-sufficienti o autonomi e devono affidarsi completamente ai familiari anche per gestire le pratiche d’adesione alla campagna vaccinale: «Mia madre - sottolinea Caterina - ha 98 anni, non esce di casa da più di un anno e non solo non abbiamo ancora nessuna notizia su quando verrà vaccinata, ma addirittura, alla nostra richiesta di somministrazione a domicilio ci è stato risposto che questo non è possibile e che quando arriverà il suo turno, saranno i volontari della Protezione civile a occuparsi di portarla al centro vaccinale. Credo ci voglia maggiore rispetto per gli anziani e per le loro condizioni ed esigenze».
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