L’analisi: blucelesti mai entrati in partita

Il Lecco parte con un 4-3-1-2 che non lascia dubbi sul fatto che Baldini voglia cercare la porta. Gunduz, appena arrivato, viene spedito a fare da suggeritore a Buso e Tordini; dietro di lui Ilari sulla sinistra, Galli in mezzo e Di Gesù a destra cercano di dare profondità alle giocate blucelesti. E, dietro, da destra, Celjak, Battistini, Marrone e Beghetto cercano di fermare Camarda&C. sul nascere, giocando alti, senza permettere loro di prendere velocità, aiutati in questo dalla mediana bluceleste, nella quale, però, non gioca quel Frigerio che è stato da lungo tempo oscuro oggetto del desiderio bluceleste inespresso.

La mancanza anche in panchina, ridotta a soli dieci uomini dei quali due portieri (Fall e Dalmasso), di Mangni, Pinzauti, Ardizzone e Stanga, sembra suonare a morto per le speranze di questo quartetto di rimanere a Lecco, a meno che alcuni di loro non siano infortunati (ma in conferenza stampa prepartita Baldini era stato abbastanza chiaro su chi non sarebbe stato convocato). Ma se il 4-3-1-2 sulla carta sembra essere l’unica scelta possibile, mancano (ieri la giovane punta Zuberek è stato in panchina nel primo tempo), visto che manca il centravanti, la realtà del campo dice che il Lecco è leggero in mediana, in fase di non possesso.

Praticamente non la vede mai. E in attacco non riesce a dare continuità agli attacchi anche se Di Gesù pare avere un buon piede. Ilari, per ora, è avulso. Galli corre dietro a tutti, ma da solo non può stare. Ci vuole un centrocampista di corsa che gli dia una mano. Centrocampo tutto da registrare insomma. I cambi della ripresa, portano più freschezza con i giovani Mendoza e Galeandro più propositivi.

L’ingresso di Frigerio al 9’ al posto di Di Gesù leva il dubbio che Baldini non lo giudichi affine al progetto. La ripresa dimostra che con più spessore davanti (Galeandro è più centravanti di Buso), e a centrocampo (Frigerio più mediano di Di Gesù), qualcosa di buono si può vedere. Poi arriva il raddoppio milanista e Baldini prova la carta del centravanti puro con Zuberek, arrivato venerdì e che non poteva certo cambiare le sorti di una partita oramai segnata. Lecco che è apparso dunque molto debole in mediana, poco attento dietro nei momenti decisivi e “sfortunato” in avanti.

Soprattutto non ha mai dato l’impressione di dominare il gioco, subendo spesso il miglior palleggio rossonero, anche se mai insistito. Una squadra fisicamente più pronta, il Milan, che ha cominciato dieci giorni prima la preparazione, rispetto al Lecco con giocatori che hanno giocato anche nelle nazionali. Ma questo non può bastare per spiegare un Lecco che, comunque, non ha mai dato l’impressione di essere realmente protagonista della partita.

Calcio, Lecco-Milano Futuro finisce 0-3

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