La tettoia di piazza Cavour

«Il sindaco deve ascoltare la città»

Il consigliere di minoranza Massera contesta l’atteggiamento di Molteni

«Non può sempre ignorare le voci di dissenso» - E si appella alla lungimiranza delle scelte

Sondrio

Una questione politica, che attiene alla storia, all’identità e al futuro di un luogo importante della città, certamente non soltanto una vicenda tecnica.

La destinazione d’uso della tettoia di piazza Cavour continua ad essere al centro delle polemiche in città.

L’ultimo ad intervenire, in ordine di tempo, è il capogruppo di Sondrio liberale Andrea Massera.

Massera pur riconoscendo la legittimità dei dubbi tecnici, così come espressi, ad esempio dal leghista Maurizio Piasini, vuole chiarire come la partita sia squisitamente politica.

«Dispiace moltissimo - sottolinea Massera - che il sindaco, nel tentativo di ridimensionare la vicenda, la riconduca a disputa interna a Confindustria o a capriccio di qualche operatore privato».

L’esponente di Sondrio liberale ricorda che c’è un intero consiglio comunale, quello del 3 maggio, che si è espresso a favore della destinazione commerciale della struttura. «Il senso originario del Pii delle piazze e l’intenzione di Comune e privati che lo concepirono - sottolinea - non era quello di consegnare il centro storico ad usi direzionali, semmai, al contrario, di recuperare tradizionali funzioni da tempo in declino e rilanciare vivibilità e socialità. L’insediamento della sede di Confindustria modifica profondamente il disegno originario, questo è un dato fuori discussione».

Un cambiamento drastico che secondo Massera poco ha a che vedere con la lungimiranza che un’amministrazione dovrebbe dimostrare: «Il sindaco dice che lasciare la tettoia vuota in attesa di tempi migliori non è corretto. Si potrebbe, diversamente dire che modificare di fatto una scelta programmatoria di lungo periodo, frutto di anni di valutazioni, sulla scorta della crisi in atto, che si spera sia contingente, individuando una destinazione da cui non si tornerà più indietro per decenni, sia una scelta sbagliata - contesta -. Data l’importanza della posta in gioco, sarebbe quantomeno opportuno mettere a confronto queste due linee di pensiero, magari non sotto la spada di Damocle di un rapido completamento dell’edificio ad uso direzionale. Servirebbe confronto, e non fretta».

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