Ora che la Corte costituzionale ha ammesso il referendum sul nucleare, per il quale saremo chiamati a votare tra quattro o cinque mesi, ci sarà la possibilità di discutere in concreto su un argomento del quale si parla spesso di corsa e forse anche a sproposito. Il nostro futuro dipende proprio da scelte come questa: se non decidiamo di privilegiare l'ambiente, che cosa resterà alle future generazioni? Naturalmente, però, bisogna sapere che optando per questa decisione, dovremmo andare incontro a regole di vita un po' diverse da quelle attuali. Non si può infatti pretendere di usare spropositatamente l'energia e di non cedere su alcune comodità o privilegi della vita quotidiana.
Giovanni Vanetti
Al primo referendum sul nucleare si registrò una massiccia partecipazione, votarono quasi due terzi degl'italiani. Quasi un miracolo, se si pensa a qual è stata la sorte dei referendum degli ultimi anni, indipendentemente dalle materie offerte al giudizio elettorale. Di quegl'italiani il 79 per cento si pronunziò contro il nucleare. Andrà così anche stavolta? Può darsi. Ma allora eravamo sotto l'effetto Chernobil, adesso non più. Adesso quella tragedia è stata storicizzata, si è appurato chi sbagliò e come. Difficile (i tecnici dicono impossibile) che si ripeta un evento del genere. Ci serve il nucleare? Ce ne stiamo servendo. Ci preoccupa? Sembra non preoccuparci, eppure aldilà delle Alpi sono in funzione centrali che, in caso d'incidenti, ci procurebbero danni eguali a quelli procurabili da centrali eventualmente installate presso di noi. Che cosa vogliamo dire? Che sul nucleare circola molta buona informazione, circola però anche un poco di cattiva ipocrisia. Per le esigenze della vita che conduciamo, il nucleare è indispensabile, le fonti energetiche alternative non bastano certo a sopperirvi. E dunque il nucleare o lo si produce o lo si compra. E perché a produrlo dovrebbero essere solo gli altri e non anche noi? Circa la sua pericolosità, poi, gli scienziati (ieri ne ha parlato a lungo Margherita Hack) sostengono che i progressi fatti sono tali da averla ridotta a zero. Testuale della Hack: i sistemi di sicurezza oggi sono infallibili. E le scorie? Sempre la Hack: si stanno cercando fonti diverse dall'uranio che permettano un ciclo di esaurimento più breve. La ricerca proseguirà così celermente da levarci il timore del pattume nulceare? Carlo Rubbia, il miglior fisico del mondo, se ne dice sicuro. Francamente: la Hack e Rubbia sono più credibili di quanto lo sia la predisposizione degl'italiani a cambiare il loro modo di vivere e a risparmiare energia.
Max Lodi
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