Economia / Valchiavenna
Domenica 09 Settembre 2018
La strada per Sils, il progetto non passa
I tempi per i frontalieri si allungano
Viabilità alpina, doccia fredda per i lavoratori che raggiungono l’Engadina passando per il Maloja. Slitta la messa in sicurezza del tracciato in riva al lago.
La buona notizia è che non c’è una bocciatura del progetto per la messa in sicurezza della strada fra Plaun da Lej e Sils in Engadina. Quella cattiva, invece, è rappresentata dal fatto che il precedente progetto deve essere rivisto e i tempi per la possibile apertura del cantiere, di cui si parla da molti anni, si allungano ulteriormente. Si tratta di una vicenda tutta svizzera, ma dalle conseguenze rilevanti per molti frontalieri valchiavennaschi che, nel corso dell’inverno, sono spesso costretti a fare i conti con la chiusura della cantonale che unisce la Bregaglia all’Engadina, e non trascurabili per l’economia di Sankt Moritz nei mesi dello sci.
Questa situazione torna d’attualità, in estate, dopo che a Silvaplana ha avuto luogo un confronto su diversi progetti che riguardano la strada del Maloja tra Silvaplana e Castasegna.
All’incontro hanno preso parte circa 35 persone interessate oltre ai vertici del governo cantonale. La discussione è stata incentrata sul tratto lungo circa 3,5 chilometri della strada del Maloja H3b, tra Sils Föglias e Plaun da Lej. In questa zona ci sono, come premesso, il rischio di caduta di valanghe in inverno e di massi in estate.
Le chiusure sono frequenti e anche nella scorsa stagione invernale in più occasioni c’è stato lo stop ai veicoli. Molti frontalieri valchiavennaschi sono stati costretti a passare dal Bernina, alcuni altri hanno utilizzato l’elicottero. Di una soluzione si parla da decenni e nella primavera del 2016 il Dipartimento costruzioni, trasporti e foreste ha aperto la consultazione su un progetto generale per incrementare la sicurezza invernale. È emerso, però, che questo percorso non può essere approvato, in particolare dal punto di vista della protezione della natura e del paesaggio. Deve essere ulteriormente elaborato, per tutelare una zona di pregio dal punto di vista ambientale come i laghi engadinesi. Con questo scopo viene istituito un gruppo di lavoro paritetico composto da rappresentanti provenienti dalla regione interessata, da organizzazioni ambientaliste e servizi specializzati cantonali.
Alla guida di questo tavolo ci sarà l’Ufficio tecnico dei Grigioni. «L’obiettivo è quello di stabilire i punti principali per trovare una soluzione per questo tratto stradale che sia soddisfacente e sostenibile per tutti - spiegano dal Cantone -. L’allestimento di un progetto in grado di trovare consenso richiederà un po’ di tempo».
Quanto non è dato saperlo, ma si tratta sicuramente di vari anni. I costi, secondo quanto emerso nei mesi scorsi, sono rilevanti: si è parlato di circa 160 milioni di franchi, pari a circa 142 milioni di euro. Ma non c’è solo il nuovo tracciato al centro dell’attenzione. Si discute anche dell’impiego di nuove tecnologie per ridurre i tempi di chiusura. Spostandosi in altre zone dell’Engadina e in Bregaglia, il Cantone concentra l’attenzione anche sull’ampliamento del tratto stradale tra Silvaplana e Sils - incluse due corsie ciclabili - e dei tornanti del Maloja da Kulm a Val da Pila. «L’ampliamento viene attuato», assicurano da Coira.
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