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Domenica 17 Marzo 2013
La Rigamonti conferma
31 assunzioni stagionali
Dall'incontro con la direzione dello stabilimento di Montagna (con filiale a Mazzo), espressione della multinazionale brasiliana Grupo Jbs, è emersa la volontà di confermare l'assunzione a tempo determinato dello stesso numero di lavoratori stagionali assunti negli anni precedenti di cui fanno parte, per la prima volta nella storia dell'azienda, anche lavoratrici donne
Sì, perché dall'incontro con la direzione dello stabilimento di Montagna (con filiale a Mazzo), espressione della multinazionale brasiliana Grupo Jbs, è emersa la volontà di confermare l'assunzione a tempo determinato dello stesso numero di lavoratori stagionali assunti negli anni precedenti di cui fanno parte, per la prima volta nella storia dell'azienda, anche lavoratrici donne.
«Proprio oggi (ieri, nda) - afferma Boscacci - abbiamo incontrato i lavoratori in assemblea. Circa 150 dipendenti intervenuti a Montagna e una ventina quelli presenti in assemblea a Mazzo su un totale di 300 addetti. Quasi il 50% del totale, ha, quindi, presenziato a testimonianza della partecipazione attiva delle maestranze alle dinamiche che li riguardano».
A loro sono state confermate «l'assunzione di 31 lavoratori stagionali, per 6 mesi, chiamati a far fronte all'aumento della produzione di bresaola concomitante col maggior consumo di questo prodotto dietetico nei mesi primaverili ed estivi. Parte di questi lavoratori sono già al lavoro da una ventina di giorni, mentre un'altra tranche entrerà in fabbrica questo lunedì. La nota positiva, oltrettutto, è data dal fatto che sei di questi lavoratori stagionali sono donne e, questo, in quest'azienda non era mai successo prima».
Le lavoratrici entreranno in fabbrica a supporto del reparto affettati e l'auspicio delle parti sindacali è che, poi, la posizione di qualcuno di questi 31 lavoratori possa anche consolidarsi dentro un'azienda che sembra non soffrire, al momento, di cali di commesse. «Stiamo parlando di una multinazionale leader a livello mondiale nell'acquisto di carne - precisa Vittorio Boscacci - quindi capace di avere un certo giro anche di smercio del prodotto a livello internazionale. Ciò non toglie che occorre sempre stare in campana dal momento che ci troviamo dentro una congiuntura, nazionale e internazionale, non proprio favorevole».
Il fatto che l'azienda "Salumificio Rigamonti", ad oggi, non abbia mai fatto un'ora di cassa integrazione ordinaria, per i rappresentanti sindacali, suona positivamente «anche se il panorama di riferimento, pure a livello provinciale, vede un depauperamento generale - dicono i sindacalisti -, col raddoppio delle ore di cassa integrazione complessive, pari a circa 2 milioni, e una conseguente riduzione del poter d'acquisto delle famiglie che può riverberarsi anche sui consumi di un prodotto come la bresaola, non fra i più a "buon mercato"».
Per il momento, comunque, non ci sono segnali di "scricchiolamento" dentro l'azienda valtellinese anche se la prudenza induce a stare coi piedi per terra in attesa delle delucidazioni attese per il prossimo 25 marzo.
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