Cronaca / Valchiavenna
Domenica 24 Gennaio 2016
La Regione: «Difendiamo i frontalieri»
Il consigliere Antonello Formenti: «L’obiettivo dev’essere innalzare la franchigia di esenzione per i lavoratori. Senza dimenticare i ristorni. Questi territori senza i fondi svizzeri rischiano di morire con un’agonia di 10 anni»
Regione, Provincia e sindacati uniti per evitare l’impennata delle tasse. L’assemblea dei frontalieri che si è tenuta ieri a Chiavenna non è stata una semplice occasione per fare il punto sulla situazione – decisamente complicata – del futuro che aspetta oltre cinquemila valtellinesi e valchiavennaschi dopo l’accordo fiscale fra Italia e Svizzera. L’incontro, promosso dal Consiglio sindacale interregionale ha permesso di unire le forze di sindacato e istituzioni. Oltre a Luca Della Bitta, sindaco di Chiavenna e presidente della Provincia, ha preso la parola Antonello Formenti, neo presidente della “Commissione speciale rapporti tra Lombardia, Confederazione Elvetica e Province autonome”. Il consigliere regionale, eletto con la Lega Nord, ha annunciato che fra dieci giorni incontrerà il rappresentante del governo che si è occupato delle trattative fra Italia e Svizzera. «Da Chiavenna sono arrivate molte sollecitazioni – ha spiegato Formenti -. Da Vieri Ceriani, il funzionario che ha curato le trattative con la Confederazione, ci aspettiamo delle risposte e delle certezze. Nella giornata del 4 febbraio gli esprimeremo le nostre richieste. Ci aspettiamo di trovare un giusto equilibrio sul nuovo accordo che ritengo sia stato giusto mettere in discussione dopo quarant’anni, perché l’evoluzione dei territori dal punto di vista economico e sociale è stata rilevante in questo periodo. L’averci messo mano non è un problema in sé, l’importante è non rovinare il percorso virtuoso che si è costruito in questi anni». Formenti, che oltre a ricoprire il ruolo di consigliere regionale è un consulente del lavoro, non ha dubbi sulla strategia. «L’obiettivo dovrebbe essere l’innalzamento della franchigia di esenzione per i lavoratori, senza dimenticare i ristorni. Questi territori senza i fondi svizzeri rischiano di morire con un’agonia di dieci anni. Lo diremo a Ceriani». Il consigliere leghista si è soffermato anche sulla necessità, da parte di politica e sindacato, di marciare compatti e nella stessa direzione.
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