è partita la consueta caccia al vestito più o meno firmato, magari di una taglia fuori misura ma si può accomodare, con la gente in coda fin dal mattino presto davanti ai negozi più “cool” manco si fosse alla Scala per elemosinare un posto nel loggione.
Così, nell'osservare i forzati dei saldi, mi è capitato di osservare dalla strada qualcosa che assomigliava allo scorrere di un film muto, scenette gustosissime “mimate” all'interno delle vetrine da inconsapevoli attori che, come in una commedia goldoniana, si passavano l'un l'altro una maglietta o un paio di slip commentandone la fattura e probabilmente la convenienza o meno dell'acquisto.
Come in una perfetta recita, a un tratto interveniva la commessa con nuove spiegazioni sull'oggetto del contendere, mentre i componenti del “coro”, cioè della fila in attesa, allungavano il collo per tentare di vedere o captare il prezzo del maglioncino o del giaccone, esibito dal fortunato o dalla fortunata acquirente come un trofeo di caccia grossa.
Un bravo regista avrebbe girato un documentario splendido, sui caratteri degli italiani in fregola da compera, ma nell'osservare queste involontarie pièce teatrali mi è venuta un'idea balzana: perché non realizzare veri e propri mini-spettacoli nelle vetrine dei negozi, con attori professionisti, per un pubblico esterno di passanti incuriositi?
Caterina Rabolini
Lecco
Cara signora Rabolini,
Georges Simenon, l'inventore del commissario Maigret, scommise con un negoziante di riuscire a scrivere un romanzo in una settimana stando “esposto” nella vetrina della bottega, ma dopo i primi due o tre giorni la curiosità dei passanti scemò e lo scrittore dovette levare le tende. Il fenomeno era già diventato cosa normale. Però la sua idea è curiosa, potrebbe portare vivacità nel centro città, pubblicità ai negozi e visibilità magari a qualche gruppo di giovani attori di una scuola teatrale.
Vittorio Colombo
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