Economia / Sondrio e cintura
Venerdì 17 Ottobre 2014
La protesta contro Melavì
I dipendenti con l’azienda
Dopo gli striscioni contro i prezzi bassi e mancata distinzione distinzione del prodotto - Lettera al presidente: «Senza, la frutticoltura sarebbe destinata a sparire»
«Melavì è la nostra azienda e, senza Melavì, la frutticoltura sarebbe destinata a sparire».
È questo il succo del contenuto della lettera firmata dai dipendenti di Melavì che è stata inviata ieri al presidente, Gian Luigi Quagelli. Una missiva motivata dalla protesta organizzata da un gruppo di soci della cooperativa che, lo ricordiamo, ha riunito sotto un’unica realtà le tre cooperative di Ponte, Villa di Tirano, Tovo Sant’Agata.
Qualche mattina fa, infatti, sono comparsi due striscioni con le seguenti scritte “Melavì = fine della frutticoltura”, “Amministratori vergognatevi”. Ad aver provocato questa reazione il prezzo troppo basso delle mele e la mancanza di disparità fra prodotto di qualità e prodotto di minore qualità.
Una forma di protesta che non è piaciuta ai dipendenti di Melavì che hanno preso carta e penna per dire di essere «amareggiati e sconcertati dal tono catastrofico e offensivo degli striscioni apposti in forma anonima sui cancelli della sede di Ponte – si legge nella lettera - Lavoriamo ogni giorno all’interno della cooperativa, molti di noi sono soci o famigliari di soci di Melavì e quindi conosciamo bene le difficoltà del settore e la fatica dei frutticoltori per tenere in piedi le aziende».
Tutti i dettagli nell’ampio servizio su “La Provincia di Sondrio” in edicola venerdì 17 ottobre.
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