Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 28 Maggio 2014
La proposta Cisl
«Formazione
per i disoccupati»
Dolzadelli: «L’indennità deve essere subordinata per tutti i settori lavorativi alla partecipazione a politiche attive o interventi di pubblica utilità»
Formazione e impegno per la comunità̀ durante i periodi di ammortizzatori sociali. Se la proposta arrivasse da qualche movimento politico o imprenditore stanco di sostenere l’ingente spesa pubblica del Belpaese, probabilmente non ci sarebbe da stupirsi. Invece l’idea è emersa da un convegno del sindacato. Il pensiero di Mirko Dolzadelli, segretario della Cisl di Sondrio, è̀ chiaro.
«La formazione è fondamentale in ogni fase della vita del cittadino e del lavoratore e quella continua è ancora più preziosa – ha spiegato -. Non è possibile vedere lavoratori che sono occupati con contratti stagionali, poi vanno in disoccupazione senza fare un’ora di formazione o essere impiegati in opere di pubblica utilità. L’indennità di disoccupazione deve essere subordinata per tutti i settori, dall’industria ai frontalieri, passando per il turismo, alla partecipazione a politiche attive o interventi di pubblica utilità. Se c’è la neve e occorrono spalatori, li si dovrebbe potere prendere dalle liste dei disoccupati che possono contare sugli ammortizzatori sociali. Altrimenti, in caso di rifiuto, salta la disoccupazione».
C’è anche la questione del rischio - presente soprattutto in alcune zone della provincia - di lavoro nero, con tanto di concorrenza sleale per le aziende che in questo periodo devono fare i conti sia con la burocrazia e la pressione fiscale elevata, sia con la carenza di lavoro. «Non si può continuare a dopare il mercato del lavoro con finti disoccupati che fanno concorrenza alle aziende. Sul lavoro nero c’è una forte e strutturale speculazione. Diciamo sì all’indennità di disoccupazione, ma deve essere legata alla formazione e al supporto al territorio. Mi riferisco, ad esempio, a corsi di tedesco per i frontalieri e all’impegno nella manutenzione del territorio».
Secondo la Cisl c’è un altro argomento molto preoccupante nell’ambito del lavoro giovanile. In provincia di Sondrio, a differenza di quanto accade in altri contesti alpini e periferici capaci di ospitare incubatori d’impresa, non ci sono start up innovative. L’analisi di questa problematica ha coinvolto sia il sindacato, sia i rappresentanti delle imprese. Secondo l’organizzazione sindacale il problema principale è l’attrattività̀ del territorio nei confronti dei giovani.
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