Cronaca / Lecco città
Lunedì 09 Maggio 2016
La produzione cala
ma «la ripresa c’è»
Lo 0,8% in meno del primo trimestre 2015 considerato episodico rispetto alla tendenza, Riva (Cciaa): «La risalita è lenta ma ormai acquisita»
Le anticipazioni del dato lecchese sulla produzione industriale, che per la prima volta dopo un 2015 positivo nel primo trimestre del 2016 segna una flessione dello 0,8% rispetto al primo trimestre di un anno fa, sono sintomo di una frenata dell’economia locale già segnalata da diversi imprenditori al di là delle statistiche.
Il dato lecchese diffuso martedì scorso fra i dati dell’indagine congiunturale di Unioncamere Lombardia è inserito in un quadro regionale che nel dato medio registra una lieve crescita sull’anno (+1,3% tendenziale) ma nei fatti segna a sua volta un rallentamento segnando solo un +0,1% nei primi tre mesi del 2016 rispetto all’ultimo trimestre 2015. Segno positivo, nella media, per gli ordini (+3,8%) e il fatturato (+2,6%), mentre i livello occupazionali tengono, con un forte calo delle uscite e una diminuzione di ricorso alla cassa integrazione.
Nei settori industriali la dinamica tendenziale della produzione varia parecchio, con i 13 settori oggetto di analisi spaccati in due fra crescita e calo.
Giù abbigliamento e alimentari
In ripresa ci sono la chimica e i mezzi di trasporto (+2,7%), la siderurgia (+2,4%), la gomma-plastica (+2,3%), la meccanica (+1,7%), la carta-stampa e il legno mobilio (+1%). Calano invece l’abbigliamento (-0,2%), il tessile (-0,6%), gli alimentari (-0,8%), mentre i risultati peggiori arrivano dai settori più colpiti dalla crisi e che ancora non si riprendono, quali i minerali non metalliferi (-3,2%), le pelli-calzature (-1,4%) e le “industrie varie” (-2,4%).
Secondo il presidente della Camera di Commercio e di Confartigianato Lecco, Daniele Riva, “dire che Lecco cala dello 0,8%, o che al contrario cresce in analoga percentuale, incide più per il segno meno o più che per il valore in sé. C’è un effetto psicologico - aggiunge Riva - in una realtà che da tempo è quella di una lenta risalita che richiederà tempo. Parlando con gli operatori - aggiunge - le sensazioni sono potenzialmente un po’ più positive di quanto ci dicono le statistiche, anche se i comportamenti delle aziende restano improntati a prudenza su investimenti e assunzioni”.
Per quanto riguarda lo specifico del suo settore, l’artigianato manifatturiero, Riva dice chiaramente di avere “segnali contrari rispetto ai dati. Parlando coi colleghi - aggiunge - osservo che sono tutti piuttosto carichi di lavoro, con qualcuno che lo è talmente tanto che fatica ad eseguire gli ordinativi».
«E’ un altro sintomo - aggiunge - di un lavoro che è ormai cambiato, con ordini un po’ impazziti su tempi di consegna che si restringono sempre più. Alla mia azienda - aggiunge Riva - un ordine previsto per luglio ci è stato anticipato con richiesta di consegna al 15 maggio. Non sarà facile realizzarlo ma ho dovuto dire di sì. Le officine artigiane - conclude - sono tutte piuttosto piene di lavoro, e alcune anche un po’ in affanno, con ordini a brevissimo termine.
Sui prossimi mesi vedremo, anche se qualche nostro rappresentante in contatto con tante realtà ci dice che la sensazione generale è che sia in arrivo un po’ di calo di lavoro».
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