La pianista che commosse
Stalin piace anche a Lecco

Grande successo al Teatro Sociale per la serata dedicata a Marija Judina che ha aperto la stagione del Centro culturale Alessandro Manzoni

e.ceriani

LECCO - Difficile immaginarsi Stalin commosso. L'uomo che ha sulla coscienza cinquanta milioni di morti e la rete più organizzata di sterminio ed oppressione, amava la musica, adorava Mozart. E di fronte ad una pianista cinquantenne, arrivò a commuoversi. Non è un flash revisionista, ma realtà, un fatto così inverosimile da essere autentico: il nome della musicista era Marija Judina, pianista e compositrice russa, fervente ortodossa, grande amica di Pavel Florensky (filosofo e genio della matematica, dissidente che ha lasciato la vita nei lager delle isole Solovky). Su questa musicista si è aperta la nuova stagione del Centro culturale di Lecco "Alessandro Manzoni" con la straordinaria serata evento nel Teatro della Società gremito in ogni ordine di posti. Serata illuminata dal libro dedicato alla vita della Judina "Più della musica" della studiosa di cultura russa Giovanna Parravicini, e, nella successione parole musica, esaltata dalla esecuzione del pianista Viktor Derevjanko, allievo della Judina della quale ha ereditato sicuramente la sensibilità davvero rara e coraggiosa. Il titolo della serata - "La pianista che commosse Stalin" - si basa su un fatto reale.

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Domenica 20 Marzo 2011

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