leggendo le cronache teatrali di questi giorni sono rimasto strabiliato dalla vitalità e dall'entusiasmo dei nostri vecchi attori, ancora sulla breccia nonostante gli anni e le molte battaglie.
A Milano Anna Maria Guarnieri, 78 anni, mette in scena uno spettacolo sulla “divina” Eleonora Duse; Paolo Ferrari, 82 anni, ritorna in compagnia con Valeria Valeri, 86, con la quale lavora dal '65, per lo spettacolo “Gin game” al San Babila, e Gianrico Tedeschi, 91 anni, con il suo solito humour legge pagine dello scrittore Luigi Santucci.
Ma non è finita: Albertazzi e Anna Proclemer, 88 anni entrambi, sono tuttora in attività, per non parlare della grande Franca Valeri, che a quasi 92 si divide tra teatro e letteratura, e pubblica assieme a Luciana Littizzetto un divertente volume sull'educazione della fanciulle. E anche il decano degli attori italiani, Arnoldo Foà, 95 anni, ogni tanto manda qualche segnale di attività.
L'arte mantiene vivi, e oltre agli attori di teatro ci sono molti esempi di longevità anche tra i direttori d'orchestra e i musicisti in genere. Da loro dovrebbero prendere esempio molti giovani d'oggi, stanchi a vent'anni e incapaci di trovare stimoli nuovi o di evolversi culturalmente.
Piero Corsi
Lecco
Caro Corsi,
in ogni professione, dal medico all'attore, ciò che conta soprattutto è la passione per ciò che si è scelto di fare, l'incessante curiosità intellettuale che spinge continuamente a scoprire “nuove terre” e ad approfondire gli argomenti più cari, per i quali, a volte, non basta una vita. E' confortante vedere questi vecchi attori ancora sulle scene, mossi dall'entusiasmo per una nuova avventura teatrale, faticosissima a quell'età, ma capace di dare un senso all'esistenza. L'ansia delle prove, il contatto con il pubblico, la “sfida” con i colleghi sul palcoscenico, l'applauso finale, le recensioni nei giornali, sono medicine potentissime capaci di risanare ogni acciacco.
Vittorio Colombo
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA