Cronaca / Lecco città
Sabato 21 Novembre 2015
«La mensa? No, grazie
Meglio la“schiscetta”»
Si raccolgono le firme
La campagna promossa dal Movimento 5 stelle: «Cerchiamo di coinvolgere le famiglie degli alunni». Qualità scadente e prezzi alti. «Un’alternativa valida»
A scuola con la “schiscetta” per abbassare i costi che ogni anno le famiglie devono sostenere per il servizio mensa «e per rompere il monopolio di alcune aziende che una volta vinto l’appalto non avendo più concorrenza guardano meno la qualità del cibo e tengono i prezzi alti - spiega Massimo Riva del “Movimento 5 stelle” -. Da ieri è partita la raccolta firme per sensibilizzare i lecchesi su questa tematica, cercando di coinvolgere quante più famiglie con figli che frequentano le scuole elementari e medie, che utilizzano il servizio mensa». L’obiettivo della raccolta firme è quello di chiedere la possibilità di poter provvedere in modo autonomo al pasto dei figli.
Dopo il banchetto di oggi in piazza Garibaldi, si potrà firmare sabato prossimo dalle 10.30 alle 18.30 in piazza Diaz all’inizio con via Cavour, il 5 dicembre in piazza Garibaldi all’angolo con via Nazario Sauro, e il 12 dicembre in piazza XX Settembre.
«In media una famiglia lombarda con due figli spende sui 1.500 euro all’anno per la mensa, in città si va dai 1.100 ai 1.500 euro - prosegue Riva - una somma notevole che pesa sul budget. La nostra petizione, e questo deve essere chiaro, non vuole cancellare il servizio mensa, ma vuole introdurre la possibilità di portare il cibo da casa. L’onerosità della mensa scolastica sul bilancio familiare, non è sempre accompagnata da adeguata qualità e varietà dei pasti, anche nelle nostre scuole».
Ma non solo, Riva aggiunge: «Non esiste nessuna normativa che vieti il consumo dei pasti portati da casa all’interno degli edifici scolastici, ogni giorno a scuola, gli studenti già consumano liberamente la merenda portata da casa durante la pausa del mattino - prosegue l’esponente del “Movimento 5 stelle” - l’Asl non può vietare la consumazione del pasto portato da casa, ma deve limitarsi a suggerire gli alimenti consigliati o sconsigliati, nonché le procedure per il loro mantenimento».
L’unico divieto riguarda l’introduzione di alimenti esterni «nei locali dove vengono erogati i pasti della società di ristorazione che, in questo modo, si tutela dalla concorrenza casalinga – prosegue Riva -. Comunque non vedo problemi di nessun genere, basterebbe dividere gli spazi e organizzarsi. Dopo la raccolta firme proporremo degli incontri, coinvolgendo direttamente i genitori. Nessuno vuole portare da casa fritti misti o cibi pesanti, o bibite gasate. Basterà fornire delle linee guida e le famiglie si adegueranno».
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