Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 16 Maggio 2019
«La legge sull’idroelettrico è una svolta
Ma, attenzione, la partita non è chiusa»
Il sottosegretario Giorgetti a palazzo Muzio ha parlato davanti ai sindaci. «La lobby dei concessionari non è contenta di questa norma. Non abbassiamo la guardia».
Più che un convegno, una festa - per stessa ammissione dei protagonisti, primi tra tutti il sottosegretario Giancarlo Giorgetti e l’assessore regionale Massimo Sertori -, per celebrare insieme agli amministratori locali la nuova legge sull’idroelettrico, quella dell’11 febbraio scorso. «Un momento doveroso per spiegare a tutti in maniera corretta l’importanza di questa norma per i nostri territori» ha detto introducendo gli interventi il presidente della Provincia Elio Moretti seguito dalle parole del prefetto Paola Spena, del sindaco di Sondrio Marco Scaramellini e dal senatore, primo firmatario dell’emendamento, Massimiliano Romeo che è anche commissario della Lega provinciale.
Rigorosamente con la fascia tricolore, così come esplicitamente richiesto nella lettera d’invito, i sindaci di Valtellina e Valchiavenna hanno partecipato numerosi all’appuntamento. A ripercorrere il contenuto della legge che impone che allo scadere delle concessioni i beni bagnati tornino gratuitamente nelle disponibilità delle Regioni cui spetterà il compito di indire e gestire le gare per la riassegnazione, è stato Sertori. «L’argomento che affrontiamo - ha detto - è importante per tutti i territori montani. Certo particolarmente per la provincia di Sondrio che produce il 12/13% dell’energia idroelettrica di tutta Italia, la metà di quella lombarda.Finora il gap nell’erogazione dei servizi necessariamente più costosi in montagna da dove l’acqua arriva, è stato coperto con il trasferimento di soldi. Una perequazione che non sempre ha funzionato. Ostinatamente abbiamo sempre cercato di mantenere le risorse sul territorio e già adesso abbiamo circa 19 milioni di euro dal demanio idrico, ma con la nuova legge avremo molto di più».
Secondo Giorgetti «si potrebbe arrivare al raddoppio dei canoni attualmente previsti» senza calcolare gli 87 milioni di euro di arretrati dei canoni aggiuntivi per le grandi derivazioni già scadute e proseguite in via temporanea, di cui la metà spettano alla provincia di Sondrio. «Il percorso è ancora lungo e accidentato perché non proprio tutti sono d’accordo su questa legge - ha detto Sertori in riferimento alla traduzione in chiave regionale della norma -. E poi c’è l’altra battaglia importante da fare per la Provincia perché avere risorse non basta se non c’è un ente forte capace di fare sintesi».
Del pericolo che la legge corre ha parlato anche Giorgetti in termini non soltanto politici. Il primo pericolo lo ha infatti individuato nell’ambiente. «Per ottenere ciò che vogliamo deve esserci l’acqua e se finora lo abbiamo dato per scontato, ora forse lo è meno - ha ammonito parlando della situazione dei ghiacciai -. Tutto funziona finché l’oro bianco c’è».
La seconda cosa da tenere d’occhio secondo Giorgetti è la volontà politica «perché il tema energetico è uno di quelli per i quali si fanno le guerre» . «La legge su cui si è discusso anche all’interno del governo - ha ricordato - è passata perché gli alleati volevano sistemare la questione delle trivelle. Abbiamo fatto un blitz. Un’azione repentina che ha fatto entrare la norma in 48 ore, sulla quale però la lobby dei concessionari idroelettrici non è contenta. Tanto da promettere battaglia considerando il percorso non ancora chiuso.Abbiamo anche avuto segnali dalla Commissione europea che ha aperto un dossier per valutarne la legittimità. Per questo - ha concluso il sottosegretario - dico che la legge è un passo storico, ma non definitivo. Può davvero rappresentare una svolta clamorosa per queste valli, ma non abbassiamo la guardia perché dobbiamo arrivare fino in fondo».
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