Adesso la Juve chiede parità di trattamento per tutti dopo che nuove intercettazioni stanno svelando ulteriori retroscena su Calciopoli. A me pare che questa uscita sia soprattutto un atto considerato dovuto in questo momento ai propri tifosi, i quali stanno duramente contestando la dirigenza della società per i disastrosi risultati ottenuti in questa stagione. Ma quanto al passato, la Juve farebbe bene a non risollevare una questione che per ciò che la riguarda è stata chiusa da tempo e sulla quale concordò la stessa società che tramite il suo avvocato dichiarò d'essere pronta ad accettare la serie B e perfino con una non eccessiva penalizzazione. Se altri hanno sbagliato, provvederà la giustizia sportiva a fare luce, ma la Juve farebbe bene a tenersi riservatamente in una zona d'ombra.
Gino Canali
La Juve rinunziò a difendersi perché non voleva difendere Moggi e Giraudo. Pur di disfarsi di quella dirigenza, accettò ciò che in un altro momento, in altri tempi, con un altro clima societario non avrebbe mai accettato. Nessuno specifico illecito fu provato, il club venne accusato - parole del presidente della Corte federale Sandulli - d'avere “cattive abitudini” e per questo venne ritenuto meritevole d'una “condanna etica”. Gli accusati sostennero che le cattive abitudini, ch'erano quelle di parlare con i designatori degli arbitri, le avevano tutti e che dunque se pagava la Juve, dovevano pagare anche gli altri. Non fu così e si sbagliò. Addirittura all'Inter venne assegnato uno scudetto a tavolino, la peggior cosa che si potesse decidere: bastava, semmai, non assegnarlo a nessuno. Ora si scopre (ma lo si sapeva già) che proprio all'Inter erano tra i più solleciti a interloquire con Bergamo e Pairetto. Soprattutto con Bergamo. Dunque anche l'Inter - e non solo l'Inter, visto il documentato andazzo generale - meriterebbe una “condanna etica”. Ma le condanne etiche sono incomprensibilità giuridiche. L'Inter, questo sì, dovrebbe restituire ciò che non le andava tributato. Quando la Juve invoca (adesso) parità di trattamento, dice un'ovvietà contro la quale non vedo quali sensate obiezioni si potrebbero muovere. Obiezioni sensate si potrebbero invece muovere alla Juve chiedendo ai dirigenti di oggi perché il club non difese quelli d'allora, votandosi al suicidio. Credo che attenderemmo invano la risposta. La Juve si liberò di coloro con cui non voleva più avere a che fare, ma non s'è ancora liberata dell'incompetenza che vi fece seguito. E che ora la costringe a questa retrocessione di pensiero, come se non fosse bastata quella del campo.
Max Lodi
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