Cronaca / Lecco città
Sabato 17 Febbraio 2018
La guida alpina: «Erano esperti
È stato un evento imprevedibile»
Il commento Fabrizio Pina presidente delle Guide Alpine lombarde non sa dare una spiegazione. Il rischio valanghe era debole
La notizia è piombata sull’intero mondo dell’alpinismo come una doccia ghiacciata: la morte di due persone esperte di montagna, preparate e attrezzate a puntino, come Giarletta ed Artusi ha colpito non soltanto le famiglie e i tanti amici e conoscenti dei due giovani uomini, ma tutti coloro che della montagna hanno fatto in pratica una ragione di vita, oltre ovviamente agli affetti familiari.
In queste ore in tanti si chiedono come sia stato possibile che due alpinisti esperti come loro siano andati incontro a una fine di questo tipo. A Fabrizio Pina, presidente delle Guide alpine della Lombardia, abbiamo quindi chiesto cosa possa essere stato alla base di questa tragedia.
«Ci sono valutazioni che richiedono un approfondimento e rilievi precisi, quindi alcune domande non possono trovare una risposta nell’immediato. Quello che posso dire è che il bollettino neve era “in ordine”: dava pericolo debole, quindi veramente basso».
Sul sito di Arpa Lombardia, infatti, il pericolo valanghe su Orobie e Prealpi era indicato ieri a livello “1 Debole” (il più basso della scala adottata), in temporaneo aumento nelle ore centrali. Vi si legge che il problema principale sarebbe stato causato dagli strati deboli nella neve vecchia. E che la possibilità di valanghe spontanee sarebbe stata data da «possibili distaccamenti e singole valanghe su ripidi pendii al sole». Per quanto riguarda invece le valanghe provocate, «su pochi pendii ripidi possibile il distacco di isolati lastroni superficiali, solo con forte sovraccarico».
Anche sul fatto che si sia trattato di un distacco causato da un’improvviso e repentino rialzo termico l’esperta guida alpina invita alla cautela. «Per avere informazioni più sicure riguardo cause e dinamica sarà necessario attendere i rilievi, che verranno effettuati domani dalle agenzie incaricate. Posso dire però che si trattava di due persone preparate e attrezzate, abituate a frequentare la montagna, non certo due sprovveduti che si sono fatti sorprendere. Purtroppo ci sono eventi che non sono prevedibili».
Questo, forse, è stato uno di questi. Del resto, sulle montagne lecchesi le valanghe non sono certo all’ordine del giorno. «In effetti le valanghe in questa zona sono veramente poche, ma in passato è accaduto, ad esempio sul Grignone (quella dell’8 febbraio 2009 è stata filmata ed è finita diritta sul web, pubblicata anche da YouReporter, ndr.). Non dipende dalla conformazione dei versanti ma da quanta neve vi è depositata e da altri fattori».
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