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Giovedì 06 Giugno 2013
La Frisia non paga le tasse
Il conto arriva ai dipendenti
Ora i dipendenti della Frisia sono venuti a sapere che devono pagare le tasse del 730 non versate dall'azienda, che non ha pagato lo stipendio, e che non ci saranno i rimborsi della dichiarazione dei redditi.
PIUROSono senza stipendio da mesi, non hanno ancora l'approvazione ufficiale della cassa integrazione e il loro futuro lavorativo è a rischio. E ora devono fare i conti con il Fisco al posto del loro datore di lavoro, il titolare dell'azienda, Franco Capanna, ancora una volta senza possibilità di essere rintracciato. Ma giorno dopo giorno ai danni si aggiungono nuove beffe.
È un vero e proprio calvario quello che stanno vivendo i lavoratori della Frisia, l'azienda di acque minerali di Piuro. Ora i dipendenti della Frisia sono venuti a sapere che devono pagare le tasse del 730 non versate dall'azienda, che non ha pagato lo stipendio, e che non ci saranno (almeno per ora) i rimborsi della dichiarazione dei redditi. Ieri, i lavoratori della Frisia si sono riuniti per un incontro finalizzato alla soluzione di alcuni problemi fiscali. Ma la soluzione non c'è. Ci sono solo nuovi guai.
«Ennesima sorpresa, e naturalmente è negativa - ha spiegato ieri pomeriggio il delegato della Fai-Cisl, Mirko Pedeferri -. L'azienda non ha versato una parte delle imposte relative alla dichiarazione dei redditi, visto che lo stipendio di luglio 2012 non si è visto, e l'Agenzia delle entrate ora si rivale su di noi. Non vediamo lo stipendio da mesi e ora dobbiamo pagare entro una settimana. Per quanto riguarda gli iscritti alla Cisl, si va da 80 a 200 euro. Li pagheremo, siamo cittadini onesti noi, ma ci sentiamo abbandonati».
La vicenda viene seguita da Daniele Tavasci, ex segretario generale della Cisl e attuale responsabile del servizio fiscale degli iscritti.
«L'azienda non ha pagato lo stipendio di luglio del 2012, quello che permette di effettuare il conguaglio, e di conseguenza non ha regolarizzato le imposte relative al 730 - spiega il sindacalista valchiavennasco -. Questi soldi sono a carico del lavoratore, ma se ci fosse stata la retribuzione, questo problema non si presenterebbe, perché sarebbero stati prelevati.
Quest'anno, quindi, i lavoratori si ritrovano con la beffa di dovere sanare la situazione della dichiarazione del 2012 e di quella di oggi.
Coloro che erano a debito, pagano due volte, mentre quelli che invece aspettavano dei soldi - ad esempio dopo avere ristrutturato la propria abitazione - non possono ottenere il rimborso.
In alcuni casi, ad esempio per i lavoratori che hanno effettuato lavori rilevanti in casa grazie agli incentivi, si tratta di cifre elevate, superiori ai mille euro. In trent'anni di lavoro nel sindacato, una situazione così complicata non l'ho mai vista, mancano il rispetto delle regole e la possibilità di prevedere cosa accadrà».
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