Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 20 Maggio 2016
La donazione? Si sceglie in Comune
È stata presentata la nuova campagna di sensibilizzazione che coinvolge l’Aido, l’Ats e gli enti locali. Troppo lunghe le liste d’attesa. L’obiettivo è formare gli operatori degli uffici anagrafe per intercettare i consensi.
“Una scelta in Comune” è il titolo della campagna di sensibilizzazione sull’importanza della donazione degli organi, varata dall’Ats (Agenzia di tutela della salute) della Montagna, in stretta collaborazione con Aido, Associazione italiana donazione organi, e Anci, Associazione nazionale dei Comuni italiani.
A presentarla, ieri mattina, all’Ats della Montagna, c’erano tutti gli attori a livello locale, in primis, Maria Beatrice Stasi e Lorella Cecconami, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario dell’Ats; Riccardo Redaelli, vicepresidente regionale Aido e presidente di Aido Sondrio, Maurizio Leali, presidente Aido provinciale, Alcide Molteni, referente provinciale Anci e sindaco di Sondrio, Luca Della Bitta, presidente della Provincia e sindaco di Chiavenna, e Fiorenzo Bongiasca, sindaco di Gravedona ed Uniti e presidente della Conferenza dei Sindaci del suo territorio di appartenenza.
«L’iniziativa “Una scelta in Comune” rappresenta la “nuova frontiera” delle donazioni in Italia, perché – ha precisato Maria Beatrice Stasi – anche se siamo il terzo Paese in Europa per numero di donazioni, queste non sono sufficienti rispetto al fabbisogno. Basti dire che, a fronte di 2997 trapianti l’anno, le persone in lista d’attesa sono 9313, fra cui anche parecchi bambini (137 in lista per rene, 30 per fegato, 76 per cuore e 20 per il polmone, nda) e che i tempi d’attesa medi sono di circa due anni e mezzo per il rene, di otto mesi per il cuore e di cinque per il fegato. Chiaro che abbiamo ancora molto da fare, e lo vogliamo fare insieme, Ats, Aido e Comuni».
La strategia è chiara e condivisa: consiste nel formare, il più e il meglio possibile, gli operatori degli uffici anagrafe dei 77 Comuni di Valtellina e Valchiavenna, dei 49 del Medio e Alto Lario, e dei 42 della Valcamonica, perchè, in concomitanza col rilascio o il rinnovo della carta d’identità possano “intercettare” adeguatamente il consenso alla donazione degli organi da parte dei cittadini.
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