Cronaca / Lecco città
Mercoledì 16 Dicembre 2015
«La crisi Carsana
Ferita per tutta l’edilizia»
Sergio Piazza, presidente di Ance Lecco: «È una conferma che il settore non è ancora ripartito»
«Qui si parla di una delle grandi e storiche aziende di Lecco: vederla in questa condizione è un dispiacere per tutti. Anche perché il mercato continua ad essere in difficoltà e, pur sperando che la ripresa possa finalmente essere intercettata, una ricollocazione nel comparto di così tanti lavoratori sembra davvero difficile».
La vicenda dell’impresa Pietro Carsana è piombata sulla città - e soprattutto sui 138 dipendenti - da una manciata di settimane, quando la pesante situazione debitoria dell’azienda ha reso impossibile il proseguo della normale attività lavorativa. La doccia ghiacciata ha suscitato preoccupazione e rabbia nell’organico.
I timori, al di là delle prospettive occupazionali, riguardano anche la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali, in quanto c’è un termine perentorio e vicinissimo da rispettare per ottenere la cassa integrazione straordinaria. Entro fine anno, quindi nel giro di due settimane, il tribunale dovrà esprimersi favorevolmente in questo senso e i tempi evidentemente stringono. Proprio l’altro giorno, però, i dipendenti hanno ricevuto una notizia positiva, in un quadro che resta comunque fosco. L’azienda ha infatti presentato il piano di concordato liquidatorio che - se accolto dal giudice - aprirà la strada alla cassa straordinaria.
«Trovo difficile commentare certe situazioni - ha affermato ieri il presidente di Ance Lecco, Sergio Piazza -, ma vedere un aspetto positivo in questa vicenda non è facile. Certo, per i dipendenti questo è un elemento fondamentale per poter richiedere la cassa integrazione, visto che c’è tempo solo fino al 31 dicembre, ma nel complesso la faccenda è soltanto spiacevole. Stiamo parlando di una delle aziende storiche e più grosse di tutto il nostro territorio, che per decenni ha operato bene e seriamente, garantendo qualità e occupazione. Questa è l’ennesima dimostrazione che la crisi è tutt’altro che passata: che una realtà di questo livello sia costretta a chiedere il concordato non è un segnale positivo. Come associazione e come collega siamo molto dispiaciuti».
Una considerazione che apre quindi all’analisi dello scenario complessivo, poco rassicurante e, anzi, doppiamente preoccupante per i 138 dipendenti della Carsana.
«Non solo l’edilizia non è ripartita: i segnali sembravano migliori qualche mese fa. Quello che è certo, però, è che la caduta si è almeno fermata. Dobbiamo pensare positivo e avere la speranza che le cose migliorino e che finalmente la ripresa faccia sentire i suoi effetti. Non conosco i particolari della situazione della Carsana e nemmeno le intenzioni. Mi auguro comunque che l’attività possa continuare, anche perché nelle condizioni attuali del mercato una ricollocazione dei lavoratori non sarebbe semplice».
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