Si continua a parlare di etica, di morale, di pudore, di reputazione ecc., dimenticando che per vergognarsi per la mancanza di quelle virtù, letteralmente scomparse, bisognerebbe almeno averle avute ma, cominciando dai komunisti con il “K”, che dopo diverse mute, rimangono sempre serpenti, da Marrazzo e Fini, tanto per ricordarne due. L'elenco del resto mi prenderebbe qualche pagina, la maggior parte si crede illibata.
Sui comunisti e su altre amenità quotidiane ha ragione Berlusconi. Se riuscirà a fare un passo indietro, secondo il mio modesto parere, anche molti altri dovrebbero seguirlo: Fini, Di Pietro, Bersani e anche quel Bossi che, da buon pescatore va sempre in giro con la lenza.
E' vero! L'Italia è a rischio, ma non siamo i soli, anche se il proverbio “Mal comune mezzo gaudio”, non mi riempie di gioia.
Quando la sinistra, lo fa troppo spesso, parla di etica, di morale e reputazione, mi viene sempre in mente il ministro Diliberto, all'aeroporto, per accogliere una terrorista, non una “escort”. O “Uolter” Veltroni affermare di non essere mai stati komunisti, perché quell'ideologia è una fantasia berlusconiana. E' come con i tagli di spesa e i sacrifici: bisogna solo eliminare le spese e imporre i sacrifici ma... agli altri. Cordialmente, un peccatore incallito.
Giovanni Bartolozzi
Lecco
Su una cosa ha ragione al di là di ogni ragionevole dubbio, caro Bartolozzi. I politici italiani - e mica soltanto loro - non posseggono il dono della coerenza e il "peccato" prende consistenza a seconda di chi lo commette. Però deve anche ammettere che Marrazzo, per rifarmi al suo esempio, si è fatto da parte. E lo stesso Penati, con quel fardello di imputazioni sulle spalle, è sparito. Persino Strauss-Khan è andato in televisione a parlare di errore morale. La logica del «chi non ha peccato scagli la prima pietra» è un pilastro di tutti noi credenti... ma lo Stato è laico per definizione.
Ernesto Galigani
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