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Sabato 09 Marzo 2013
La Cgil sul Parco Stelvio
«In stato di abbandono»
È pesante la denuncia della Funzione Pubblica Cgil sulla situazione in cui versa, da anni, il Parco Nazionale dello Stelvio. «È uno dei più grandi parchi italiani, il più grande dell'arco alpino, sta per compiere ottant'anni, ma è in uno stato di completo abbandono istituzionale - dicono Claudio Bottà e Florindo Oliverio, della Funzione pubblica Cgil provinciale e regionale - e nella più totale indifferenza delle forze politiche»
Sì, perché il Parco, compreso nei territori che fanno capo alla Regione Lombardia e alle Province autonome di Trento e Bolzano, non solo è privo da dieci anni del proprio Piano e del Regolamento «ma è dal febbraio 2011 che è scaduto anche il suo Consiglio direttivo - precisa Tito Giacomelli, sempre della Funzione pubblica Cgil - per cui l'area protetta non si trova solo senza programmazione e coordinamento, ma sempre più al centro di contenziosi e ricorsi giudiziari».
Ed è in questo contesto che si inserisce la situazione, definita gravissima dalle parti sindacali, dei 21 lavoratori del Parco assunti a tempo indeterminato negli anni '70, ma, di fatto, collocati fuori dalla pianta organica. «Una situazione paradossale e complessa una sorta di limbo in cui sono stati collocati questi lavoratori per effetto di un decreto firmato il 28 settembre dello scorso anno da Ferruccio Tomasi, presidente quanto mai discusso del Parco. E questo nonostante lo stesso ente avesse inserito questi lavoratori, in servizio negli uffici periferici lombardo e trentino del Parco, nel proprio organico fin dal 1995, anno di istituzione del Consorzio di gestione dell'area protetta che succedeva all'amministrazione del Corpo Forestale dello Stato sotto le direttive dell'ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali».
In pratica, si produce una situazione tale per cui 38 lavoratori del Parco sono stabilmente inseriti in pianta organica e altri 21 ne sono collocati al di fuori pur essendo a tempo indeterminato e in servizio attivo. «Come Funzione pubblica Cgil - dicono i sindacalisti - esprimiamo forte preoccupazione sia per destino dei lavoratori sia sul futuro del Parco che dovrebbe poter svolgere tutte le funzioni attribuite per legge e che, invece, si limita ad una gestione burocratica e ordinaria. L'auspicio è che il futuro Governo, attraverso il Ministero dell'Ambiente - concludono le forze sindacali - intervenga tempestivamente per sanare questa situazione, togliendo dal limbo i lavoratori e, ancor più, valorizzando il Parco quale risorsa di rilancio economico per la provincia di Sondrio».
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