Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 21 Dicembre 2015
La Cgil: «Niente neve, siamo preoccupati per i risvolti occupazionali»
La preoccupazione di Nana, essendo rappresentante sindacale, va ai lavoratori fissi e stagionali che operano nel settore, e, parimenti, a tutto l’indotto.
Giorgio Nana, coordinatore regionale per la Cgil del settore impianti a fune, pur essendo “storicamente” più vicino ad Anef che a Federfuni, per motivi legati alle dinamiche contrattuali, ammette che la richiesta di dichiarazione di stato di calamità naturale, presentata da Federfuni, «ci può stare».
«Del resto, è un fatto che la situazione è grave e che, se le previsioni meteo non sbagliano, rischia di aggravarsi ancor più. Anche perché non solo non nevica che, al limite, è già capitato più volte, ma ci sono correnti calde africane che interessano tutte le alte quote, per cui non si riesce a sparare, più di tanto, neve buona, e, oltretutto, non c’è più acqua nei bacini che gli impiantisti utilizzano come scorte per produrre neve. E non ce n’è più perché non piove da tantissimi giorni».
La preoccupazione di Nana, essendo rappresentante sindacale, va ai lavoratori fissi e stagionali che operano nel settore, e, parimenti, a tutto l’indotto.
«In Valtellina e Valchiavenna il settore conta circa 600 addetti – insiste Nana -, ma i lavoratori fissi sono molto pochi sul totale. Gli altri sono tutti stagionali che, in buona parte, sono a casa ad aspettare di essere chiamati a lavorare. Così stanno le cose, ovvero, invece di iniziare a lavorare a fine ottobre, inizio novembre, rischiano di partire a metà gennaio, a vacanze di Natale, che sono il perno della stagione, archiviate. Chiaro che non è un qualcosa che ci può far stare tranquilli. Anche perchè, a questi lavoratori stagionali, degli impianti a fune, si devono aggiungere tutti gli altri, che, al pari loro, sono in attesa di essere chiamati. Penso a chi lavora negli alberghi, nei ristoranti, nei rifugi, nei negozi, in tutte quelle realtà, ricettive e commerciali, che vivono di turismo e, in inverno, di neve. Solo pochi giorni fa, un’albergatrice di Chiesa mi ha chiamato per disdire la sua partecipazione a un evento che avevamo organizzato a Lanzada, in quanto, le arrivavano tre gruppi in albergo per prendere parte a una gara al Palù. Ebbene, due giorni dopo mi ha richiamato per dirmi che i gruppi avevano disdetto in quanto la gara, al Palù, non si faceva più perchè non c’erano le condizioni di innevamento».
Senza dimenticare «l’altra tegola che incombe sul settore e di cui nessuno più parla – insiste – ovvero quei 165 milioni di debiti che pendono sul settore impianti in provincia, pari a 250 milioni in tutta la regione. Regione, Provincia e banche locali si erano impegnate a discuterne, ma non si è più saputo niente. Lettera morta. E intanto il settore langue...».
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