
Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 10 Maggio 2014
La Caritas agli enti locali
«Maggior collaborazione»
Sul settimanale della Diocesi le osservazioni in merito all’accoglienza - «È un fenomeno strutturale: insieme dobbiamo chiederci cosa e come fare»
La Caritas diocesana chiede maggior impegno e sensibilità agli enti locali «per affrontare insieme l’impegno umanitario e fraterno dell’accoglienza nei confronti dei profughi che, nell’ultimo mese, hanno raggiunto, numerosi, il nostro territorio».
Con queste parole, attraverso “Il Settimanale della Diocesi di Como”, il diacono Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana, dicendosi consapevole «delle difficoltà congiunturali e del particolare passaggio politico che stiamo vivendo», esprime alcune osservazioni in merito alla questione dell’accoglienza dei migranti a nome anche di comunità parrocchiali, associazioni e cooperative coinvolte nella fase di ospitalità.
Con gli sbarchi che proseguono - aggiunge Bernasconi - «non possiamo non sentire il dovere di aiutare tanti disperati, che scappano dalla fame, dalla guerra, da persecuzioni e privazioni di ogni tipo». Nella nostra provincia, nell’ultimo mese, sono stati accolti quasi cento migranti, soprattutto in strutture di tipo alberghiero e in minima parte (circa il 20%) in realtà gestite da associazioni e cooperative in convenzione con la Caritas.
A Como, invece - ricorda Bernasconi - sono arrivate 105 persone. Un gruppo di 50 siriani, costituito soprattutto da famiglie con bambini, nell’arco di 48 ore ha lasciato la città, grazie alla collaborazione di familiari, amici e conoscenti in nord Europa che li hanno ospitati. La loro meta era la Germania, o la Svezia.
Da noi, attualmente - precisa il diacono – «rimangono 55 profughi e per loro si prospetta una permanenza lunga. Sono tutti giovani, dai 18 ai 25 anni, provenienti dall’Africa subsahariana (Mali, Gambia, Costa d’Avorio, Eritrea)».
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