Non è facile definire o delimitare il perimetro dell'iconografia e della produzione Swarovski: alto artigianato? lusso "democratico"?factory internazionale di luce, design, avanguardie? O più semplicemente l'ingegno applicato ai materiali più semplici e naturali? Forse tutto questo insieme. Ma una risposta più convincente a tali interrogativi arriva visitando la casa madre dell'azienda, a Wattens, pochi chilometri a Sud di Innsbruck.
Qui, nel 1895, Daniel Swarovski, inventore boemo, si trasferì per farsi diretto competitor dell'allora fiorente mercato dei cristalli della sua terra d'origine. Con una svolta fondamentale, però. Daniel mise a punto una macchina per tagliare e lucidare le pietre in cristallo per il settore della gioielleria. Acqua in abbondanza per produrre energia elettrica e via con le prime linee di produzione di quella che oggi è divenuta una cittadella ipertecnologica che offre un lavoro a 26.100 dipendenti in tutto il mondo, operando in oltre 120 Paesi e vendendo le sue creazioni in 2.200 negozi. Wattens e Swarovski Innsbruck sono molto cambiate nel corso dei decenni.
La prima si è trasformata nel vero e proprio centro di ricerca del gruppo ma si offre anche come museo a grandi e piccini - con la sua straordinaria multimedialità - e come un luogo da visitare per lasciarsi sorprendere. Sono "I Mondi di Cristallo", un vero e proprio polo di comunicazione attiva composto da sale espositive e interattive, spazi per concerti ed eventi, servizi di ospitalità con ristoranti e bar.
Dopo due ristrutturazioni, nel 2003 e nel 2007, oggi questi spazi si estendono su ben 8.500 metri quadrati presentando installazioni, dipinti, sculture di artisti del calibro di Brain Eno, Keith Haring, Salvator Dalì e John Brekke: un viaggio nei sensi dominato da un luccicante labirinto (le 14 Camere delle Meraviglie del Regno del Gigante) che, a sua volta, sembra annullare i confini tra sogno e realtà. Nel cuore storico della città, a pochi metri dal famoso Goldenes Dachl (Tettuccio d'Oro), Swarovski Innsbruck, invece, è la boutique più completa e sfavillante delle varie produzioni: componenti e oggetti in cristallo, gioielli e accessori, strumenti ottici di precisione, la nuova linea uomo, la cancelleria sempre griffata, ecc. Il negozio è, a sua volta, uno spazio espostiivo dove le installazioni, ad esempio, di Hilda Hellstrom fondono suono, video e scultura.
Al primo piano di Swarovski Innsbruck si sale percorrendo una grande scala realizzata con oltre 20.000 cristalli ed illuminata dal basso dal lampadario "Cascata", opera di Vincent van Duysen per Swarovski Crystal Palace. Anche in questo caso lo shopping o la visita si traducono sempre in un'esperienza sensoriale unica nel suo genere. Una sosta è d'obbligo e il miglior indirizzo per un tuffo nel passato, ma anche per restare in tema, è il Romantik Hotel Schwarzer Adler (www.deradler.com) diretto dalla famiglia Ultsch e dove è all'opera lo chef Oscar Dellai: 500 anni di storia evocati dallo stemma raffigurante un'aquila bicipite, ricordo della monarchia austroungarica.
E due stupende suite intitolate all'Imperatore Massimiliano (la n. 505, tra le più eleganti dell'intera regione del Tirolo) e all'Imperatrice Maria Theresia. Uniche nel loro genere le due sale da bagno Swarovski appositamente disegnate e illuminate per questo indirizzo dei Romantik Hotels. Il viaggio non può che avere come meta finale Vienna dove il principale shop di Swarovski, i "cubi in vetro" tra l'Opera e la cattedrale di Santo Stefano, è arricchito dalle creazioni del designer di cappelli Philip Treacy che gà hanno conquistato le teste più famose del mondo (da Lady Gaga a Grace Jones) e gli stilisti più affermati (Armani, Valentino e Karl Lagerfeld). Di lui disse Gianni Versace: "Date a Philip ago e filo e scriverà una poesia. Dategli una piuma e scriverà una canzone". E così l'innovativa combinazione di aree di vendita ed esposizioni artistiche è approdata anche nella Capitale austriaca, in Kaemter Strasse 24. Un altro spazio dove Swarovski ci fa sognare.
Daniele Vaninetti
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