Industria 4.0, cambia il lavoro
Formazione sempre più decisiva
La conferenza dell’esperto del Politecnico e la testimonianza degli imprenditori
Lo scorso anno sono stati effettuati quasi 1,7 miliardi di investimenti sull’industria 4.0. Ma molto bisogna scommettere anche sulla formazione, per vincere questa sfida.
Il dibattito sulla nuova rivoluzione industriale è stato molto seguito dagli imprenditori delle Cdo di Como, Lecco e Sondrio al Meeting di Rimini ieri pomeriggio.
Il presidente nazionale della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz l’ha introdotto offrendo gli spunti prima ad Alessandro Perego, del Politecnico di Milano, per un’analisi del fenomeno e delle prospettive. Poi a due imprenditori, Giuseppe Ranalli, amministratore delegato di Technomatic e Andrea Pontremoli, alla guida di Dallara. «Una doppia creatività dell’azienda – ha osservato Scholz – tra la conoscenza del suo potenziale e delle opportunità del mercato»
Perego dal canto suo ha ricostruito le tre diverse scuole di pensiero sull’industria 4.0, dagli ottimisti ai pessimisti passando per i tiepidi: «Ci sarà un’importante trasformazione del lavoro, concentriamoci sulla qualità». Il direttore del Dipartimento di Ingegneria gestionale ha citato diversi autori, sottolineando ad esempio come non occorra mettersi in gara contro, bensì con la macchina. Altro aspetto la “gabbia di vetro”. Oggi paradossalmente – ha ricordato – con tutta la tecnologia un pilota è sempre meno capace di pilotare, e probabilmente accadrà con le auto in futuro. Ma la parola chiave è formazione: «Il Governo ha annunciato che ci saranno incentivi in questa direzione. Il modo in cui impiegare le tecnologie è cruciale e la formazione sarà quella che ci permetterà di cavalcare, oppure no, in modo corretto il loro sviluppo »
Questo per ribadire un concetto espresso anche da Papa Francesco, durante la visita all’Ilv a lo scorso maggio: bisogna fare attenzione a mettere l’uomo al centro.
Per approfondire questo tema, due esperienze che hanno affascinato la delegazione CdO. Giuseppe Ranella già aveva affascinato nella mostra dedicata al passaggio generazionale, portando l’evoluzione della sua azienda nel settore dell’automotive, sempre più legata ai motori elettrici, ma senza paura di parlare di valori e di fede.
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