Cronaca / Lecco città
Giovedì 21 Gennaio 2016
In vetta al Fitz Roy, dopo quarant’anni
Il Ragno Matteo Della Bordella in cima ha chiamato il suo presidente Fabio Palma: «Ce l’abbiamo fatta». La via aperta da Casimiro Ferrari e Vittorio Meles nel 1976, mai ripetuta, «è una verticale mostruosa di 1400 metri»
«Siamo super-contenti e stanchissimi. Al terzo tentativo ce l’ho fatta, grazie soprattutto a David con cui ho diviso le fatiche e che è stato di grande stimolo nei momenti difficili». Sono le parole di Matteo Della Bordella che rimbombano al telefono dalla Patagonia dove ieri in tarda mattina è tornato a El Chaltén, ultimo avamposto di civiltà prima delle montagne.
Il Ragno della Grignetta è euforico, il 20 gennaio 2016 ha scritto una nuova pagina nella storia del gruppo e dell’alpinismo. Alle ore 18 patagoniche è arrivato in cima al Fitz Roy facendo la prima ripetizione, in stile alpino, della storica Via dei Ragni del 1976 sul versante est: via che nessuno era mai riuscito a ripetere in 40 anni.
Questo capolavoro dell’alpinismo era stato realizzato dai lecchesi Casimiro Ferrari e Vittorio Meles dopo un assedio di sei giorni in parete. Della Bordella dalla vetta del Fitz Roy ha preso il telefono satellitare e ha chiamato il suo presidente Fabio Palma: «Siamo in cima, ce l’abbiamo fatta». Parole che sono riecheggiate nella mente del numero uno dei Maglioni rossi che però ha aspettato 12 ore a dare la notizia prima che i ragazzi fossero tornati sani e salvi a El Chaltén.
«Abbiamo impiegato tre giorni e abbiamo fatto due bivacchi – racconta il Ragno della Grignetta -. Siamo partiti domenica mattina e quel giorno siamo arrivati a circa metà della parete dove abbiamo fatto il primo bivacco, la parete è una verticale mostruosa di 1400 metri. Lunedì ha iniziato a nevicare e abbiamo temuto di dover scendere. Fortunatamente martedì è tornato il sole e abbiamo ripreso a salire, abbiamo fatto un altro scomodissimo bivacco su di un’amaca praticamente e mercoledì l’ultimo pezzo, poi la cima».
Quaranta tiri per fare la via dei Ragni al Fitz Roy, solo quattro di questi sono sotto il settimo grado di difficoltà: «Ora l’ho vista tutta e rimango esterrefatto di quello che il Miro e Meles fecero 40 anni fa. Questa via è una verticale che non ti lascia mai respiro: ora siamo fortunati, usiamo scarpette e friend, a quell’epoca no. Quello che fecero i Ragni di allora è stata una vera impresa».
Euforico anche il presidente del gruppo Fabio Palma: «Matteo ha realizzato qualcosa di eccezionale – racconta -, mi ha telefonato ieri, ma ho aspettato a esultare. C’era la discesa in doppia da affrontare e non era facile. Siamo molto orgogliosi di quello che ha fatto, non era di certo scontato».
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