Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 04 Luglio 2015
«In montagna? Non sulle pareti nord»
La bolla africana resiste sulla Valle, ma la guida alpina Comi invita a non drammatizzare la situazione. «Porsi problemi per le escursioni è inutile. Basta informarsi, equipaggiarsi e poi affidarsi ai segnali della natura».
Prosegue l’ondata di caldo torrido al Centro Nord Italia, con picchi che arriveranno a sfiorare, soprattutto in pianura, i 38-40°, ma con un deciso innalzamento rispetto alle medie stagionali anche sulle Alpi, quindi sui nostri territori, di oltre 7-10°, tant’è che lo zero termico, in provincia di Sondrio, raggiungerà quota 4800 metri.
Ad evidenziarlo sono gli esperti di 3bmeteo.com secondo cui «da lunedì prossimo - precisa Edoardo Ferrara, meteorologo – le minime notturne potrebbero anche non scendere sotto i 25-26 gradi su diverse zone del Nord, in ragione di una vera e propria canicola simile a quella prodottasi nell’estate 2003 e tale da smorzarsi a suon di forti temporali, sulle Alpi e Prealpi, solo dopo il 9-10 luglio». Chiaro come il sole che siamo di fronte ad un’estate che ha tutta l’intenzione di fare sul serio, dopo annate, la scorsa in particolare, ai limiti dell’accettabile.
«Non vorrei, però, - commenta Michele Comi, guida alpina malenca - che la bolla di caldo africano sortisse lo stesso effetto del maltempo a sprazzi che ha caratterizzato tutta la scorsa estate, con residenti e turisti tappati in casa o in albergo per non bagnarsi, mentre, ora, rischiano di far la stessa fine, ma col condizionatore acceso, per il timore di scottarsi alla luce del sole». È caustico Comi che, oggi, come la scorsa estate, invita a non drammatizzare rispetto alle condizioni meteo e non lasciarsi contagiare da «una diffusa meteopatia – dice – che blocca persone decisamente troppo intimorite tanto dal freddo quanto dal caldo. Sono condizioni climatiche con cui dobbiamo parametrarci e convivere». Secondo Comi, infatti, è del tutto inutile, se non deleterio, porsi problemi, ad esempio, rispetto alla fruizione della montagna in condizioni meteo come le attuali.
«È vero che siamo in presenza di questa bolla di caldo africano che sposta lo zero termico oltre i 4500 metri – dice Comi - e ciò va considerato da chi pratica la montagna in senso alpinistico, in modo da gestire al meglio il pericolo connesso alla frequentazione in quota, mettendo in atto sistemi di autoprotezione i più efficaci possibili, però, al momento, non vedo particolari pericoli connessi a questa situazione. Io, ad esempio, ho due uscite sul Bernina, a cavallo di questo fine settimana, e non vedo motivi per non effettuarle. La neve è ancora bellissima e le condizioni restano, al momento, perfette, mentre, se queste particolari condizioni meteo dovessero perdurare per più giorni, allora, qualche problema potrebbe sorgere per effetto della fusione della neve. Direi che in queste circostanze, ad esempio, l’ascesa di una parete nord, ripida, ricoperta di neve e ghiaccio, prossimi alla fusione, sarebbe sconsigliabile».
Quel che Comi, però, tende a sottolineare, al di la di tali aspetti tecnici, «è il fatto che quando si va in montagna, bando a tutti i decaloghi del caso, davvero troppo banali - dice –, occorre ascoltare prima se stessi, poi la natura, poi porre se stessi in rapporto alla natura. In sintesi occorre ascoltarsi, per capire come si sta e ci si sente di affrontare un’escursione in montagna, anche a livello alpinistico. Dopodiché, occorre leggere i segnali che la natura invia e che chi pratica minimamente la montagna sa recepire, fermo restando che, anche chi non la pratica regolarmente, è in grado di coglierli. È più difficile a dirsi che a farsi».
Il consiglio di Comi è quello di abbandonarsi, almeno un poco, alla montagna e rispettarne le leggi naturali. «Mettersi in relazione con l’ambiente che ci circonda è fondamentale - dice Comi - bando a stress da meta da raggiungere a tutti i costi. Se si è in vacanza in montagna occorre godere della montagna. Poi, viene tutto il resto, la consultazione delle previsioni meteo, lo studio dell’itinerario, senza lasciarsi travolgere da un’overdose di informazioni. Partire con troppe notizie, non va bene, quelle giuste, ci vogliono, poi si va. Equipaggiati, sì, ma senza cedere alla lusinga che il possesso di strumenti tecnologici all’avanguardia metta al riparo dal rischio, insito nella pratica alpinistica».
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