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Lunedì 19 Dicembre 2011
Il vino lecchese
punta sull'eccellenza
Il vino lecchese punta sull'eccellenza. L'Igt Terre Lariane viene riconosciuta nel 2008 dal ministero delle Politiche agricole sulla base di un disciplinare che prevede come zona di produzione delle uve i territori di Como e di Lecco. Nel 2009 viene costituito il Consorzio vini Igt Terre Lariane e dal 2010 il progetto per la valorizzazione della denominazione vinicola Igt, è sostenuto da Camere di commercio e Province di Lecco e Como.
Nella Provincia di Lecco il 6% dei terreni vitati si trova sul lago, l'11% in Brianza e ben l'83% nell'area di Montevecchia. In sintesi , nelle due province di Lecco e Como sono state individuate tre zone produttive: l'area del Ceresio, quella di Domaso e quella di Montevecchia.
Proprio la scorsa settimana il Consorzio ha avuto un nuovo importante riconoscimento da parte delle istituzioni. Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia hanno sottoscritto un protocollo d'intesa con l'obiettivo di favorire il raggiungimento di risultati di eccellenza anche nella piccola dimensione territoriale e produttiva del comparto vitivinicolo del territorio lariano. A tal fine, a partire dal 2012, verrà messo a punto un programma di attività condiviso per il miglioramento qualitativo della produzione vinicola, il suo posizionamento sul mercato e la promozione dei vini prodotti. Si tratta di un grosso passo avanti che ha avuto la sua verifica ulteriore in un "Forum" tenutosi a Varenna venerdì scorso, a cui hanno partecipato istituzioni, addetti ai lavori, giornalisti e tecnici del settore. Si è avuta la conferma dell'importanza di questa realtà, che non si limita a produrre del vino buono, dedicandosi ad attività di studio, formazione e ricerca scientifica, ma sta svolgendo un'opera straordinaria di promozione di alcune zone del nostro territorio che erano in forte abbandono e che oggi ritornano a nuova vita grazie alla produzione vitivinicola.
La sfida che il Consorzio sta portando avanti è di grande spessore. Infatti non si vive più il mondo agricolo come qualcosa di folcloristico o come la dimensione "sopravvissuta" di un universo destinato a sparire; al contrario questi nostri viticoltori hanno la spiccata coscienza di far parte di un pezzo determinante del sistema economico del nostro paese.
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