Cara Provincia
sono un'insegnante madre di un ragazzo di quattordici anni, con un marito biologo. Una famiglia della media borghesia, non viviamo nel lusso ma nemmeno si stenta, non ci facciamo mancare nulla, insomma, ma senza inutili sprechi.
Da quando mio figlio quest'anno ha incominciato il liceo, la pace familiare sta subendo qualche scossone, per le sue continue richieste di denaro - finora gli abbiamo sempre dato una “mancetta” mensile proporzionata alle sue esigenze - e di oggetti alla moda.
Per Natale gli avevo promesso un giaccone invernale, che non possedeva, e avevo pensato a un bel capo di prezzo moderato ma non basso, ma l'ha sdegnosamente rifiutato chiedendomene uno che costava più del doppio, un modello che porta a scuola uno dei suoi compagni.
Questo ragazzo è venuto a casa nostra un giorno e io e mio marito siamo trasecolati nel sapere che ogni settimana ha nel portafogli più di duecento euro, cioè una disponibilità di quasi mille euro al mese, all'età di quattordici anni!
Purtroppo a volte basta un incontro a scuola per vanificare anni di educazione secondo principi e priorità che non sono quelle dettate soltanto dal denaro e dall'apparire, ma in questo caso la colpa non è dei ragazzi ma di genitori permissivi.
Maura Delle Piane
Merate
Gentile signora Maura,
l'adolescenza è l'età più difficile, i ragazzi assorbono come spugne ogni messaggio esterno e cercano in continuazione modelli da imitare. Sta appunto ai genitori, come lei non manca di sottolineare, aiutarli a scegliere e a scartare, a volte con fermezza, ciò che può essere rovinoso soprattutto per gli anni a venire.
Un ragazzo che a quattordici anni ha già avuto quasi tutto, difficilmente manifesterà curiosità e voglia di fare, mentre suo figlio ha ascoltato da voi insegnamenti corretti, che da qualche parte si sono sedimentati per emergere in futuro, passata la “mattana” adolescenziale, a indicargli la strada.
Vittorio Colombo
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